INTIFADA ALL’ARMA BIANCA

Redazione, La storia della Palestina è nota a tutti. Dal dopoguerra, momento dei primi insediamenti israeliani, ad oggi è stato un susseguirsi di momenti di guerriglia a momenti di pace apparente, in cui gli israeliani si impossessano di terreni palestinesi e costruiscono la loro economia sullo sfruttamento di quest’ultimi. La religione non è come molti hanno voluto far credere il motivo delle ostilità; il motivo sono risorse e terre rubate dal capitalismo israeliano a danno dei palestinesi lo sfruttamento che quest’ultimi sono costretti a vivere ogni giorno. La guerriglia fino ad oggi si è dimostrato uno scontro squilibrato dall’esito […]
Condividi:

Redazione,

La storia della Palestina è nota a tutti. Dal dopoguerra, momento dei primi insediamenti israeliani, ad oggi è stato un susseguirsi di momenti di guerriglia a momenti di pace apparente, in cui gli israeliani si impossessano di terreni palestinesi e costruiscono la loro economia sullo sfruttamento di quest’ultimi.

La religione non è come molti hanno voluto far credere il motivo delle ostilità; il motivo sono risorse e terre rubate dal capitalismo israeliano a danno dei palestinesi lo sfruttamento che quest’ultimi sono costretti a vivere ogni giorno. La guerriglia fino ad oggi si è dimostrato uno scontro squilibrato dall’esito scontato; il capitalismo israeliano con il suo esercito efficiente e ben armato da una parte, i palestinesi con un esercito di giovani armati di pietre mal supportati politicamente e talvolta anche militarmente dal’ OLP prima e da Hamas adesso. In questo scenario agiscono poi diplomaticamente gli americani che si spendono per quella pace che serve solo ad accrescere potere e profitti dei loro amici israeliani.

Ma in tutto questo, che sembra essere per i palestinesi un incubo senza vie di uscita, negli ultimi giorni sta accadendo qualcosa di straordinario, i giovani hanno saputo rompere gli schemi di questo conflitto, fino ad ora facilmente gestibili dagli israeliani. I numeri delle perdite rimangono sempre fortemente sbilanciati, ma le sicurezze degli israeliani stanno vacillando. il terrore sta entrando nelle loro agiate esistenze, gli schiavi motore della loro economia sono in rivolta come in passato, ma la strategia è cambiata. Dalle pietre si è passati ai coltelli, e di conseguenza il teatro di guerra non è più prevedibile arginabile e gestibile. La semplice fermata dell’autobus può diventare improvvisamente teatro dell’ agguato di un giovane schiavo palestinese, contro un borghese oppressore israeliano.

Il problema di questa situazione anche in questo caso è qui economico per gli israeliani: arginare il pericolo questa volta potrebbe significare dover rinunciare alla manodopera a basso costo e mettere in seria crisi l’economia.

I giovani senza troppi calcoli stanno mostrando qual’è la strada da percorrere per mettere in difficoltà il potente nemico. Non hanno niente da perdere; non vogliono, come le generazioni precedenti, un futuro di sfruttamento e per questo sono pronti a rischiare l’unica cosa che hanno: la vita.

Basta pietre inutili contro blindati o missili rudimentali che non colpiscono alcun obiettivo, è il momento dei coltelli che appaiono all’ improvviso e colpiscono seminando il terrore. Il rischio ora è che la diplomazia o un mancato deciso appoggio dei gruppi politici palestinesi vanifichi questa grande opportunità che i giovani hanno saputo creare.

Per il momento possiamo solo mostrare apprezzamento per questi giovani sarà poi solo il tempo a dirci se la svolta sarà efficace oppure no. Abbiamo tanto da imparare da questi giovani palestinesi!

Un lettore

Condividi:

Comments Closed

Comments are closed. You will not be able to post a comment in this post.