dal Corriere della Sera
Un operaio muore nel crollo di un solaio. Stava lavorando al rifacimento di uno dei locali del plesso della facoltà di Ingegneria ad Aversa, nel Casertano. Dalle macerie, in via Roma al civico 9, i vigili del fuoco hanno estratto il corpo senza vita dell’uomo, 41 anni, Luciano Palestra di Cercola, hinterland napoletano. L’operaio, dipendente di un’impresa edile di Venafro (Isernia), era impegnato in lavori di impermeabilizzazione del soffitto ad alcuni metri di altezza da terra, quando è avvenuto il cedimento del solaio, che lo ha travolto e lo ha fatto precipitare sul pavimento. I detriti lo hanno ricoperto. Con Palestra c’erano alcuni colleghi, che sono riusciti a mettersi in salvo. Nell’ala dell’ampio edificio erano in corso lavori di ampliamento.
Il premier Renzi chiama il prefetto
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi sta seguendo la vicenda aversana. Lo si apprende da fonti di Palazzo Chigi. Il premier ha chiamato il prefetto di Caserta Arturo De Felice per avere informazioni e aggiornamenti sull’accaduto.
Il boato alle 18:45
Lo stabile fa parte della facoltà d’ingegneria della Seconda Università di Napoli (Sun), nella zona dell’arco dell’Annunziata, da tempo interessata da lavori. Il crollo è avvenuto poco prima delle 18:45: un fortissimo boato ha scosso gli abitanti del centro storico di Aversa, popoloso centro al confine tra Napoli e Caserta. Le forze dell’ordine hanno immediatamente provveduto ad evacuare la zona circostante. Sgombero che ha riguardato anche il piano terra della facoltà di Ingegneria e diversi negozi.
L’associazione studentesca: «Sbigottiti»
«La notizia ci lascia sbigottiti e pieni di rabbia – dichiara Mattia Papa, coordinatore Link Napoli, associazione studentesca – È inaccettabile che un uomo debba perdere la propria vita sul posto di lavoro, in special modo all’interno di un’università. Il maltempo che ha colpito la Campania, e in generale tutto il nostro Paese, pone una seria riflessione sullo stato di manutenzione degli edifici scolastici e universitari, e sulla loro stabilità. La responsabilità di questi disastri è da attribuire anche al continuo definanziamento a cui da decenni è sottoposto il settore della formazione: il più delle volte vengono indette gare al massimo ribasso, con una riduzione del livello di sicurezza per i lavoratori».
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