Caro Operai Contro,
bisogna mettere un bastone nella ruota di questa spirale, con forme di lotta nelle varie filiali e con la solidarietà degli operai delle altre catene di distribuzione. Per farlo bisogna organizzarsi nella propria filiale e coordinarsi con le altre. Opporsi ai licenziamenti, ai turni massacranti, all’estensione del turno di notte, cancellarlo dove c’è.
Nei supermercati è in atto lo scontro che nei contenuti, è simile a quello che prima è cominciato nelle fabbriche: espellere un certo numero di operai; lavorare più in fretta e più ore; blocco del salario; taglio del premio di produzione e/o spalmato mensilmente; turno di notte all’occorrenza.
Tutto questo per colpa di un sindacalismo compiacente che ha firmato la resa senza combattere.
Dopo il lavoro festivo e serale, il turno di notte nei super mercati della grande distribuzione purtroppo è una realtà, e sono sempre di più le aziende che lo pretendono. Sperano con l’apertura 24 ore su 24, di vendere di più rubando i clienti alla concorrenza. Il turno di notte viene spesso usato come ricatto in alternativa al licenziamento. Il cedimento del sindacato sul turno di notte nei supermercati è stato un imperdonabile cedimento (o tradimento se funzionari venduti han preso la mazzetta). Ha creato un precedente in continua ascesa.
Mentre filiali di supermercati vengono chiuse o assorbite dalla concorrenza, a pochi Km un altro apre. Succede che a pochi chilometri da un centro commerciale, apre un altro supermercato, non di quelli mega galattici, ed in fianco sorgono ex novo, catene di negozi, altri marchi altri loghi, ma comunque doppioni per tipologia di articoli, di quelli già presenti nel vicino centro commerciale.
La guerra per rubare clienti alla concorrenza, resa più cruenta dal calo dei consumi, oltre ai licenziamenti, lascia sul campo più sfruttamento intensivo con ritmi e tempi di lavoro più serrati, ma anche sfruttamento più estensivo la dove nell’arco delle 24 ore si allunga l’orario di lavoro. Nella guerra dei supermercati i padroni non esitano ad aprire filiali, pur sapendo che qualcuno dovrà chiudere, ne faranno le spese gli operai e i dipendenti.
Quale sito e quanti operai subiranno più sfruttamento, quanti operai finiranno licenziati dipende dal padrone che, a parità di prezzi e d’incasso, pagherà meno gli operai e li sfrutterà di più. Quindi dipende alla fine anche della nostra capacità di opporci e lottare. Vendere cara la pelle.
Mobilitarsi contro le bestiali pretese del padrone. Prima o poi questa spirale si dovrà rompere, non avverrà per la clemenza del padrone né con il sindacalismo compiacente che ci va a braccetto. Alziamo la testa, il sindacato siamo noi, basta subalternità al sindacalismo corrotto. Imponiamoci con il sindacalismo operaio.
Saluti operai
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