Redazione di OPERAI CONTRO, vi invio una lettera pubblicata su la GAZZETTA DEL MEZZOGIONO, sul tema delle condizioni dei braccianti. Per non dimenticare.
PIERO DEMARCO
Braccianti al massacro. Sia dal punto di vista lavorativo che da quello di vita. Ma anche dal punto di vista mediatico. Se ne parla un pò quando qualcuno o qualcuna esala l’ultimo respiro sulla terra rossa cui contribuisce a dare vita poi il ricordo scompare accompagnato magari da qualche insulto sul salario percepito. E vorrei vedere voi decidere quanto costa il caldo abbacinante di mezzogiorno o la fatica indicibile del trasporto di casse dal peso eccessivo o il lavorare sotto tendoni ove è stato da poco passato il “medicinale”lasciando l’aria macilenta ed irrespirabile. Quanto costa la vita di un uomo, di una donna in queste situazioni disperate dal bisogno e dalle condizioni bestiali di lavoro. Potremmo chiederlo al Primo Levi di “Se questo è un uomo”.Lo scrittore piemontese consigliava di aver sempre presente le condizioni della Shoah altrimenti “vi si sfaccia la casa e l’ultimo nato torca il viso da voi”.Condivido l’anatema di Primo Levi per questo martirio agricolo.
GABRIELE PIRE’
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