Caro Operai Contro,
solo ora si scopre che c’era l’amianto nella pasta Das. Solo ora ci dicono che dal 1976 in poi l’amianto è stato sostituito dalla cellulosa. Evidentemente quando ci fu la sostituzione ne tacquero le ragioni, perché ne sarebbe nato uno scandalo, dal momento che è dagli anni trenta che in Italia si conosce la cancerosa e letale pericolosità dell’amianto.
Ma come è successo in altri settori, la sete di profitto ha trovato la criminale commistione d’interessi tra padroni e politica, finché dopo anni di incubazione delle fibre respirate, decine di migliaia di operai si sono ammalati e sono morti, facendo venire a galla la vastità della strage.
Nonostante i divieti vigenti dal 1992, l’Italia ha importato nel 2012 ingenti quantità di amianto dall’India, addirittura come maggiore importatore con 1040 tonnellate. È tutto scritto in documenti ufficiali. Il dato è stato anche confermato dall’Agenzia delle Dogane, che, interpellata dalla procura, non solo ha confermato l’ingresso dell’asbesto nel territorio nazionale ma ha anche aggiunto che le importazioni sono continuate anche nel 2014.
Come mai Renzi e la ministra della salute Lorenzin tacciono? Prendono le mazzette?
Lorenzin, valuterà positivamente la situazione, come ha fatto quando con Renzi hanno tagliato 3,4 miliardi di euro alla sanità?
Saluti da un affezionato lettore.
L’articolo della Nazione.
Fibre di amianto utilizzate in passato in una pasta per modellare, il celebre Das, possono aver causato esposizione alle fibre pericolose ad un’ampia varietà di utenti di 40 anni fa, compresi i bambini, insegnanti, artigiani e per coloro che erano addetti alla produzione. Il Das, vero e proprio “mito” per i bambini della passata generazione, era prodotto dalla Adica Pongo di Lastra a Signa, notissima azienda del settore che ha cessato l’attività a inizio anni Novanta (1993). Sono i risultati di una ricerca pubblicati dalla rivista scientifica Scandinavian Journal of Work Environment and Health.
Lo studio, rende noto la Asl 10 di Firenze, è stato condotto da ricercatori italiani dell’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica (Ispo), dell’Azienda sanitaria e dell’Università di Firenze, che hanno rilevato tra il 1963 e il 1975 la presenza di amianto nel Das. La ricostruzione storica del prodotto ha permesso di stabilire che circa 55 milioni di confezioni di Das contenenti amianto sono stati prodotti e venduti sul mercato interno sia internazionale in 13 anni, con un numero di utenti nell’ordine dei milioni. Il Das veniva esportato in Olanda, Inghilterra, Norvegia e Germania.
Per i primi tre anni Das è stato commercializzato in polvere da miscelare con acqua e successivamente in pasta pronta all’uso. Dal 1976 in poi l’amianto fu sostituito con la cellulosa. La ricerca è stata resa possibile grazie al contributo fornito da alcuni ex dipendenti di Adica Pongo. Inoltre, i ricercatori sono riusciti a reperire le fatture dell’acquisto dell’amianto, oggi depositate nell’Archivio di Stato di Torino insieme alla documentazione del produttore, l’Amiantifera di Balangero.
Da parte sua la Fila, Fabbrica Italiana Lapis ed Affini, che dal 1994 produce e distribuisce la nota pasta per modellare sottolinea e ribadisce che la ricerca fa riferimento al Das prodotto fino al 1975 e che “il Das in commercio in Italia e all’estero è perfettamente sicuro e pienamente conforme alle normative vigenti”. Fila, infatti, ricorda come “lo studio condotto dall’Ispo sulla possibile presenza di fibre di amianto nella composizione del Das si riferisce, come correttamente specificato, alla pasta Das che veniva prodotta e commercializzata da Adica Pongo tra il 1963 e il 1975, molti anni prima dell’acquisizione di quest’ultima da parte di Fila, avvenuta nel 1994. Pertanto il Das cui fanno oggi riferimento i mezzi di informazione era un prodotto realizzato da un’azienda diversa da Fila, totalmente differente dalla pasta Das prodotta e distribuita dal 1994 in avanti. Fila pone da sempre grandissima attenzione per la sicurezza e la qualità dei propri prodotti – conclude la nota – e applica standard produttivi e metodologie di controllo estremamente rigorose, attraverso investimenti continui e mirati. L’azienda conferma anche in questa occasione il massimo impegno per sicurezza dei propri prodotti, e invita i consumatori a continuare ad acquistare con fiducia la pasta Das”.
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