Straordinari da non pagare. L’azienda ieri ha avviato la procedura per i 12 turni, fino al sabato. Saranno destinati solo agli addetti in solidarietà.
Ieri gli stessi sindacati firmatari dell’accordo Panda e del conseguente contratto dell’auto sono rimasti interdetti quando i dirigenti della Fiat di Pomigliano hanno annunciato, durante un incontro tenuto in fabbrica, l’intenzione di avviare la procedura per la realizzazione di 12 turni settimanali da destinare a soli 950 dei 1981 lavoratori dello stabilimento di Pomigliano sottoposti al regime del contratto di solidarietà. Si tratta di un esperimento in stile Marchionne dell’ ultraflessibilità e che, se attuato, determinerà uno dei primi esempi di separazione del trattamento salariale, a parità di condizione lavorativa, nell’ambito degli organici di una stessa azienda. In soldoni, ed è proprio il caso di dirlo, succederà questo: durante il sabato di straordinario i 2300 lavoratori selezionati dal primo momento, dal 2011, per la produzione della Panda saranno pagati con la maggiorazione mentre gli altri colleghi in regime di solidarietà, che cioè lavorano da anni al massimo un paio di settimane al mese, saranno pagati in via ordinaria, vale a dire più o meno la metà dei loro “selezionati” colleghi. Questo provvedimento o, come magari preferiscono definire gli adepti del Marchionne pensiero, questo “strumento”, sarà applicabile a partire dalla metà del prossimo febbraio in caso di consolidamento strutturale del picco di mercato che sta caratterizzando questa fase della produzione Panda. Per cui la sperimentazione non sarà praticabile nei due prossimi sabati di straordinario previsti a Pomigliano per il 6 e il 13 febbraio. Secondo quanto riferito da autorevoli esponenti dei sindacati firmatari dell’accordo Panda questa discriminazione salariale è resa possibile dallo stesso contratto specifico dell’auto. Tre anni fa la Fiat di Pomigliano, nell’ambito della lotta tra la Fiat e i sindacati firmatari degli accordi da un parte e la Fiom dall’altra, la Fiat di Pomigliano è stata divisa in tre settori. Il settore A e B, in cui sono state inserite le produzioni dirette e in cui lavorano in modo stabile da cinque anni 2300 persone, e il settore C, in cui sono state inseriti 1981 lavoratori che sono impiegati dall’azienda da un minimo di tre giorni a un massimo di due settimane al mese.
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