Redazione di Operai Contro,
la rivolta contro il governo in Tunisia prosegue
Centotrentaquattro persone sono state fermate dalla polizia tunisina per le violenze commesse durante le manifestazioni contro il governo andate in scena nelle province di Ariana e Manouba. Secondo le ultime stime un centinaio di persone sono rimaste ferite negli scontri.
A Kasserine da domenica 17 gennaio si sono verificati quasi quotidianamente scontri con le forze di polizia.
I giovani hanno attaccato la sede del governatorato e hanno bruciato pneumatici su strade pubbliche. Martedì 19 gennaio gli scontri si sono intensificati quando i manifestanti hanno lanciato pietre e la polizia ha risposto con gas lacrimogeni. Dopo questi fatti il ministero dell’Interno ha dichiarato nella zona il coprifuoco che in seguito è stato esteso a tutto il paese. Nuovi disordini si sono verificati mercoledì 20 gennaio dopo che i manifestanti hanno forzato la porta esterna della sede del governatorato e sono entrati nel cortile interno.
L’esercito nazionale ha impedito loro di entrare nei locali del palazzo. Negli scontri sono rimaste ferite 23 persone, 20 civili e tre membri delle forze di sicurezza, secondo quanto riferito dal direttore generale della Sanità a Kasserine. Gli scontri si sono allargati anche a Feriana e Thala, sempre nel governatorato di Kasserine.
A Beja, nella parte settentrionale del paese, molti lavoratori precari hanno manifestato davanti alla sede del governatorato per chiedere la regolarizzazione della loro situazione lavorativa. Ad el Faha, 60 chilometri a sud ovest di Tunisi, i giovani sono scesi in strada chiedendo lavoro e sviluppo e bloccando la strada che collega la città con i governatorati del nord ovest. Per rimuovere il blocco hanno chiesto di poter incontrare il governatore.
A Siliana, nella regione di Mila, circa 30 lavoratori precari si sono riuniti presso la sede del governatorato chiedendo di poter incontrare il governatore. I manifestanti hanno chiesto una retribuzione migliore. Proteste si sono svolte anche a Tunisi, dove alcuni manifestanti sono entrati nella sede del governatorato. In un primo momento pacifiche, le manifestazioni nella capitale hanno assunto una connotazione violenta questa notte con scontri in uno dei sobborghi nord occidentali.
Noi siamo dalla parte dei giovani rivoltosi. Potranno essere sconfitti, ma negli scontri si formeranno gli operai rivoluzionari tunisini che seppelliranno i padroni e i loro politici.
La rivolta è la scuola di guerra degli operai
Operai tunisini costruite il vostro partito per essere vittoriosi nell’insurrezione contro il capitalismo
Meno male che c’è internet e le notizie della rivolta possono circolare
I leccaculo della stampa e della TV nostrana hanno smesso di parlare della rivolta. I giovani operai non chiedono la democrazia borghese, attaccano
I padroni italiani temono che i rivoltosi facciano scuola anche in Italia
Viva i rivoltosi tunisini
Un giovane operaio di Torino
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