MONSELICE «Una vicenda iniziata male e gestita peggio: non credo che ci siano più spazi per una mediazione». Parola di Romeo Barutta di Filt Cgil, proprio mentre è in corso lo «sgombero» delle 26 ex-lavoratrici della cooperativa Libera, che occupano la Nek da circa un mese. Sono intervenute le forze dell’ordine. «A quanto se ne sa – continua Barutta – le ex lavoratrici volevano evitare lo svuotamento dell’azienda. Soprattutto nel piazzale, c’erano balle di materiale lavorato. Insomma, si sono barricate sopra cataste di plastica».
La Nek infatti si occupa di trattamento e di gestione rifiuti. «Ma è una scatola vuota – continua Barutta -: gli appalti sono della cooperativa, lo stabile di una finanziaria; solo i macchinari sono della Nek, che di fatto appartiene al Libera». Le cose sono precipitate a dicembre dello scorso anno. A seguito dell’approvazione dello «stato di crisi», vengono congelate alcune voci in busta paga, del valore di circa 80 euro. In 24 la prendono male, e occupano l’azienda, bloccando l’ingresso. Un pasticcio, seguito da denunce da parte del presidente della cooperativa Mario Zese (a suo dire, gli sarebbe stato impedito di entrare nello stabile) e dal licenziamento delle scioperanti. Seguono incontri in Prefettura, e una intesa di parziale reintegro, che però viene rifiutata dalle lavoratrici. A metà dicembre la cooperativa rende noto di voler chiudere il sito.
E venerdì scorso, altra brutta notizia: si formalizza l’apertura della mobilità per 36 altre lavoratrici di Nek, peraltro già annunciata. In pratica, Libera licenzia tutti i lavoratori dell’impresa. «In effetti – termina Barutta – peggio di così non poteva finire». Marco de’ Francesco .
01 febbraio 2016
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