Redazione di O.C.
I borghesi pennivendoli della carta stampata italiana dimostrano costantemente il loro falso moralismo e il loro lamentoso piagnisteo buonista . Le grandi ed eminenti firme del Corriere della Sera, come Pierluigi Battista, dopo l’uccisione del ricercatore Italiano, torturato e ammazzato dai servizi segreti egiziani, piangono lacrime di coccodrillo sulle atrocità commesse da “regimi totalitari” o da “maligne teocrazie islamiche”, con cui il governo Renzi sta facendo affari per conto dei padroni italiani.
Come se questi fossero gli unici governi capitalisti ad incarcerare, torturare e accoppare oppositori interni o semplici cittadini riottosi.
La cui unica colpa è forse solo quella di appartenere ad una etnia differente da quella Wasp (bianca anglosassone e protestante, i padroni del vapore).
Scribacchiano articoli opportunisti e carichi di ipocrisia su quanto pesino moralmente, alla progredita Europa, in termini di libertà democratico borghesi, gli accordi commerciali con paesi come Iran e Arabia Saudita, i cui governi usano sistemi peggiori di quelli dell’Isis. Ma questi; (l’Isis) sono “tagliatori di teste”, mentre i torturatori delle monarchie e teocrazie mediorientali sono ottimi partner commerciali.
Mentre non spendono nemmeno una parola d’accusa per i metodi usati dalla polizia americana, responsabile dell’uccisione di quasi 1000 cittadini di colore. Accoppati come animali in mezzo alla strada, senza che abbiano commesso nessun delitto o nessun reato, forse solo perché poco rispettosi del potere poliziesco. Questo è il dato dei morti nei “civilissimi e democratici” Stati Uniti. Senza contare le esecuzioni che avvengono nelle loro carceri e le detenzioni dei prigionieri reclusi e torturati nella galera di Guantanamo. Ma nessun pennivendolo nostrano mostra o ha mostrato segni di angoscia di fronte a questa mattanza, per i nostri imbratta carte borghesi tutto ciò non rappresenta una questione morale per cui stracciarsi le vesti, anzi è la giusta punizione per chi non rispetta la legge.
Viceversa i servi dell’imperialismo italiano quando devono descrivere quello che accade nei paesi islamici non vanno certo per il sottile. Se da un lato si indignano per le borghesie islamiche che usano le impiccagioni di oppositori del regime per reprimere le proteste, di chi ha una diversa sessualità , di chi sostiene la laicità dello stato e delle donne maltrattate e segregate, dall’altro non perdono occasione per sostenere, come fa Giovanni Sartori dalle colonne del Corriere della Sera, la teoria che questo sia il prezzo che l’occidente è costretto a sopportare per chiudere gli occhi di fronte a tali barbarie, pur di garantire ai padroni italiani di fare affari con questi “stati canaglia”.
La borghesia non ha nessuna remora nell’offrire all’opinione pubblica, che ancora si fa imbesuire da questi pennivendoli da strapazzo. Le due facce della stessa medaglia, da un lato si piange addosso per la scarsa sensibilità dimostrata nel denunciare regimi sanguinari, dall’altro non nega che tutto ciò sia necessario al capitalismo per tentare di uscire dalla crisi facendo affari d’oro.
Nel contempo i bombardamenti aerei in Siria sostenuti dal “blocco occidentale” e dalla Russia, non procurano la stessa indignazione e lo stesso sdegno, ma questo è il prezzo da pagare per fermare i “tagliagole dell’Isis”. Le vittime d’altronde sono sempre e comunque le popolazioni islamiche, costrette ad emigrare per salvarsi dalla guerra imperialista, le cui vite valgono sicuramente meno di quelle occidentali, costantemente messe all’indice dalla stampa che li dipinge a seconda delle necessità della propaganda nazionalista, come terroristi o stupratori seriali, sempre pronti a qualsiasi delitto.
Dall’altro lato la necessità del capitalismo di fare affari con i regnanti ed i governanti degli “stati canaglia” fa si che tutta la questione diventi marginale e costituisca il prezzo necessario della sopravvivenza dell’imperialismo italiano e di quello “occidentale” più in generale.
Ammaestrare e inebetire le masse attraverso il concetto del perdono è una antica teoria già lungamente sperimentata nel corso dei secoli dalla chiesa cristiana, da un lato il braccio armato che rivendica l’inevitabilità della guerra “che purtroppo” con le sue nefandezze, stupri, torture e violenze di ogni ordine e grado è però necessaria.
Dall’altro un piagnisteo moraleggiante con cui ci si assolve per i crimini commessi con miserabili “coccodrilli” di costernazione. Come insegna il Papa, chiedendo perdono ai contadini del Chiapas dei massacri subiti.
Cordiali saluti
D.C. operaio di Milano
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