Il 22 gennaio del 2016, presso l’hotel NH di Bologna, ESSELUNGA, FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS UIL, hanno siglato una ipotesi di accordo sulla programmazione del lavoro domenicale.
Le parti si dicono soddisfatte dell’accordo. Esselunga perché ha una totale programmazione domenicale e l’inclusione della domenica come “normale” giornata lavorativa, mentre da parte sindacale si sottolinea che si è obbligato l’azienda a sedersi al tavolo, a firmare un accordo e soprattutto si è lavorato ed ottenuto un accordo di solidarietà tra chi aveva la domenica obbligatoria, in quanto assunto con contratto individuale e chi non aveva la domenica obbligatoria.
Sarà davvero così ? Un contratto a favore di noi lavoratori?
Vediamo nel dettaglio il contenuto dell’accordo.
L’accordo entrerà in vigore dal primo maggio 2016, con prova di un anno, se approvato dal referendum del 26 e 27 febbraio 2016 tra tutti i lavoratori Esselunga.
Si tratta di una programmazione trimestrale che riguarderà tutti i lavoratori senza obbligo di lavoro domenicale.
Si darà precedenza alle disponibilità volontarie, ma laddove non ci sarà adeguata copertura, i responsabili indicheranno chi dovrà lavorare. Si lavorerà in turno con un orario minimo di 5 ore e mezza.
Per gli scaffalisti (reparti DRO e GEM ) l’azienda potrà chiedere fino ad un massimo di 22 domeniche l’anno, mentre per il personale dei reparti fino a 24.
Nei casi di assenza nelle domeniche programmate, tranne per chi fosse in infortunio, oltre a giustificare l’assenza con un certificato medico, si dovrà recuperare la giornata alla prima domenica utile !!!
A seguito di questa obbligatorietà domenicale per chi non l’aveva, i lavoratori che già oggi hanno la domenica obbligatoria, “……. L’azienda si impegna a prevedere la possibilità di usufruire di 3 riposi domenicale all’anno…… “.
Questo per i full time, mentre per i part time 2 riposi all’anno.
Si noti la miseria dell’offerta, ma soprattutto la vacuità della proposta, infatti l’azienda si impegna, quindi nulla di certo. Insomma; a chi non ha la domenica obbligatoria la certezza del lavoro domenicale, mentre chi ha già l’obbligatorietà la possibilità di un misero riposo se l’azienda, bontà sua, lo vorrà !!!
Ai lavoratori che non avevano l’obbligo domenicale sarà prevista una maggiorazione dal 30 percento, fino ad un massimo dell’80 percento a salire di scaglione in scaglione da un minimo di 3 domeniche fino alle oltre 29 domeniche l’anno. In compenso perderanno la maggiorazione del 130 percento previsto per le domeniche e festività di dicembre !!! Cosa cambierà per chi già oggi ha l’obbligo domenicale ?
NIENTE !
Oggi hanno una maggiorazione del 30 percento e continuerà ad essere così. Complimenti !!!
Ops , dimenticavo, sempre nell’accordo c’è scritto che “….l’azienda si rende disponibile a valutare….” l’entità della maggiorazione domenicale in un futuro rinnovo del CIA ( contratto integrativo aziendale ). Anche qui si noti l’incertezza della possibilità degli aumenti!!!
I sindacati dicono; le RSU/RSA acquistano dignità ed importanza, perché, dove presenti, potranno fare accordi di negozio.
Come ?
Per i lavoratori che oggi hanno normalmente il riposo la domenica, con la trattativa, recita l’accordo “….potranno valutare e concordare….“, dopo dieci domeniche lavorate un riposo di 2 giorni, sabato e domenica.
Cioè, per avere 2 giorni di riposo consecutivi, ti devi sparare 10 domeniche di lavoro e per arrivare a fare questo week end devi farti 12 giorni di lavoro consecutivi. Provate a pensarci e vedrete che è così !!!
Per gli altri, cioè chi ha già la domenica lavorativa obbligatoria, la possibilità, non la certezza, di ulteriore sconto di lavoro domenicale di 3 per i full time e 2 per i part time.
L’azienda, però, potrà chiedere di estendere l’obbligo di lavoro domenicale da 24 a 28 per il personale dei reparti !!!
Si noti anche in questo caso la miseria dell’offerta e l’ incertezza del risultato.
A peggiorare le cose, si dice nell’accordo, riprendendo il CIA, la trattativa può durare al massimo 10 giorni, trascorsi i quali l’azienda, in parole povere, farà ciò che riterrà più opportuno.
Insomma, è un po’ come se si facesse la trattativa con la pistola alla tempia !!!
Ulteriore “regalo” dell’azienda.
Sei part time e vuoi consolidare il tuo orario di lavoro ? Bene !!! Muoviti perché concediamo questo “privilegio” a soli 120 lavoratori e comunque devi accettare la domenica come insita nel contratto individuale e quindi esci dalla programmazione, perché te le farai tutte e perderai le varie maggiorazioni domenicali, perché avrai solo il 30 %
L’accordo è valido sia per chi lavora in negozio e sia per chi lavora nei centri di distribuzione dell’azienda.
Insomma; a mio modo di vedere c’è più di un motivo per rigettare l’accordo e votare NO.
Per concludere una ultima valutazione.
Fermo restando la nostra contrarietà al lavoro domenicale, vogliamo parlare di solidarietà tra lavoratori ?
I nostri dirigenti sindacali avrebbero dovuto fare una forte autocritica per aver permesso all’azienda di fare ben 4000 contratti individuali con la domenica obbligatoria ( tra nuovi e consolidamento di vecchi ).
na 13 di 20
Chiedere, come contropartita alla programmazione domenicale, l’eliminazione della domenica obbligatoria a questi contratti individuali e mettere nero su bianco che non avrebbe fatto altre assunzione del genere, cosa che nell’accordo non si dice e che quindi l’azienda continuerà a fare , e la parificazione dei trattamenti economici tra i lavoratori.
Con questo accordo, invece, l’azienda ha ottenuto il lavoro domenicale per tutti, lasciando condizioni economiche e di diritti differenti tra lavoratori della stessa azienda, dello stesso negozio e dello stesso reparto.
Oggi gli operai al posto di lottare e scioperare contro questi accordi siglati da sindacalisti corrotti, sono obbligati a diventare religiosi per non lavorare la domenica, come lo spiega la sentenza di cassazione contro un’azienda che ha imposto turni domenicale a un lavoratore.
na4 L’azienda non può imporre turni domenicali ai lavoratori che per ragione di culto vogliono osservare il giorno consacrato al riposo. E’ questa in sintesi la sentenza della Cassazione su un caso scoppiato all’interno delle Poste e che ricorda per certi versi la storia di Eric Liddell, l’atleta britannico che si rifiutava di gareggiare la domenica, la cui vicenda è raccontata nel celebre film Momenti di Gloria. 20
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