Redazione
Il Parlamento europeo ha approvato l’importazione nell’Unione europea, fra il 2016 e il 2017, di 70.000 tonnellate di olio di oliva a dazio zero dalla Tunisia. Un quantitativo che si somma all’importazione di altre 56.700 tonnellate, ugualmente senza dazio, già previste dall’accordo di associazione Ue-Tunisia.
Questa notizia sta suscitando vibranti proteste di medi e grossi capitalisti olivicoli (quelli che sono interessati a mettere il proprio olio sul mercato), organizzazioni agricole, associazioni olivicole e partiti politici borghesi.
Giusto per fare qualche esempio, Coldiretti, Confagricoltura e Cia dichiarano che questa importazione supplementare aggrava le condizioni già critiche degli olivicoltori e proclamano lo stato di agitazione di questi. L’associazione olivicola Unaprol appoggia la loro mobilitazione. L’M5S rimprovera il governo Renzi di incompetenza e di svendita del made in Italy. I Conservatori e Riformisti accusano il governo Renzi di essere totalmente ininfluente sulle questioni agricole, e non solo in Europa. E così via.
Tutte chiacchiere, ipocrite chiacchiere. Il governo Renzi conosce molto bene quasi sono le politiche economiche (e agricole) dell’Ue, all’interno e all’estero (fra cui quelle mediterranee) e le appoggia completamente.
L’Alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini (ex ministro degli esteri del governo Renzi) ha sostenuto in pieno tale misura. Il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina non ha mai aperto bocca sulla questione e non ha neanche partecipato ai Consigli europei che la affrontavano: ora fa finta di dichiararsi contrario all’import di olio tunisino a dazio zero rimandando la soluzione del problema a controlli futuri! L’ex presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, ed ex ministro dell’Agricoltura nel primo e nel secondo governo D’Alema (1998-2000) e nel secondo governo Prodi (2006-2008), Paolo De Castro, addirittura dichiara di aver provveduto a migliorare il provvedimento!
L’Ue, nell’ambito della sua politica mediterranea, ha varato, in particolare, una serie di misure a favore della Tunisia per contribuire a stabilizzarne la situazione economica, aiutando padroni e padroncini olivicoli, oleari ed esportatori, e a rafforzare il governo “democratico” borghese in funzione anti-Isis. Quella sull’import di olio di oliva rientra fra queste misure. Il governo Renzi, fedelmente europeista, plaude e sostiene la politica dell’Ue. Se il suo sostegno compromette gli interessi di qualche capitalista agrario, poco importa. D’altra parte gli stessi capitalisti agrari (e lo sanno bene, così come le loro organizzazioni) hanno fatto e fanno tanti bei soldi con il mercato unico europeo. Ora che l’eliminazione dei dazi rende più competitivo l’olio tunisino sul mercato europeo e italiano, fanno gli ipocriti e accusano l’Ue e il governo Renzi, che fino a ieri benedicevano!
Ma l’Ue guarda lontano, la politica neocolonialista nel Nord Africa val bene il sacrificio di qualche padrone agrario. Se è pronta a dare il suo appoggio alle truppe italiane, francesi, inglesi, ecc. per eventuali missioni armate volte a stabilizzare la Libia e a rendere più facili e comodi i profitti ai padroni europei che là investono, figuriamoci che cosa gliene può importare dei mugugni nazionalisti e delle mezze proteste di qualche padroncino agrario, italiano, greco o spagnolo, momentaneamente scontento!
SALUTI OPERAI DALLE CAMPAGNE
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