BRASILE: LULA E DILMA ACCOPPIATA DI LADRI SFUTTATORI

Redazione di operai contro, gli ex lavoratori, gli ex guerriglieri, Lula e Dilma sono solo un’accopiata di ladri al servizio dei padroni brasiliani La crisi economica aiuterà gli operai a fare pulizia Fino a quando gli operai brasiliani non costruiranno il loro Partito Operaio sarà sempre così. Fino a quando gli operai brasiliani non conquisteranno il potere con l’insurrezione sarà sempre  così Fino a quando gli operai brasiliani non imporranno la dittatura operaia sarà sempre così Lula e Dilma hanno solo garantito i padroni brasiliani e aumentata la miseria Un vostro amico dalla Repubblica Il Tribunale Supremo Federale, massima […]
Condividi:

Redazione di operai contro,

gli ex lavoratori, gli ex guerriglieri, Lula e Dilma sono solo un’accopiata di ladri al servizio dei padroni brasiliani

La crisi economica aiuterà gli operai a fare pulizia

Fino a quando gli operai brasiliani non costruiranno il loro Partito Operaio sarà sempre così.

Fino a quando gli operai brasiliani non conquisteranno il potere con l’insurrezione sarà sempre  così

Fino a quando gli operai brasiliani non imporranno la dittatura operaia sarà sempre così

Lula e Dilma hanno solo garantito i padroni brasiliani e aumentata la miseria

Un vostro amico

dalla Repubblica

Il Tribunale Supremo Federale, massima istanza del Brasile, ha confermato la sospensione di Lula. Non può assumere la carica di ministro.  Sospensione confermata dal giudice Gilmar Mendes, che era anche il presidente del tribunale che decise l’estradizione di Cesare Battisti, annullata a suo tempo da Lula.

La giornata. Doppio colpo di scena nel caso Lula, prima della sentenza del “Supremo”. Due giudici, in due parti del paese, si sono pronunciati sulla nomina dell’ex presidente brasiliano a capo di gabinetto del governo, e hanno deciso in maniera diametralmente opposta: uno ha dato via libera, l’altro ha sospeso la nomina. E le decisioni sono arrivate all’indomani di una prima sospensione e delle imponenti manifestazioni di piazza contro il governo.

Il ruolo di capo di gabinetto – che gli è stato assegnato dalla presidente Dilma Rousseff – avrebbe dovuto porlo al riparo da un eventuale arresto nell’ambito dell’inchiesta Petrobras, un giro di tangenti che sfiora i due miliardi di dollari. Nomina che ha scatenato la protesta popolare.

Il Paese è sull’orlo di una crisi istituzionale gravissima, con Dilma Rousseff che ieri ha evocato il golpe da parte della magistratura. Nelle ultime ore ci sono state manifestazioni e scontri tra dimostranti pro e contro Lula. Altre proteste sono in programma e il rischio di incidenti è elevatissimo, secondo le autorità. Soprattutto a San Paolo, maggiore città del Paese e tradizionale ‘feudo’ dell’opposizione e dove è presente anche Lula.  In mattinata era dovuto intervenire il nucleo antisommossa della polizia militare con idranti e granate stordenti per disperdere la folla che aveva occupato per quasi 48 ore consecutive l’Avenida Paulista, una delle strade più importanti della città, chiedendo le dimissioni di Rousseff.

Ad avvelenare ulteriormente il clima, la pubblicazione della breve conversazione intercettata ieri dalla polizia federale, in cui Dilma informa Lula che sta per mandargli il decreto di nomina ministeriale, da usare – sottolinea la presidente – solo “in caso di necessità”. Secondo gli inquirenti, questo dimostrerebbe che la nomina di Lula a ministro è stata fatta con l’unico scopo di sottrarlo alla magistratura ordinaria. Tesi respinta con vigore dal governo e dalla stessa Rousseff.

Sull’ipotesi che la presidente non concluda il proprio mandato, ufficialmente in scadenza nel 2018, tendono ormai a lavorare anche gli analisti del mercato finanziario: lo testimonierebbe il comportamento della Borsa che ha aperto in rialzo anche oggi, dopo aver chiuso ieri a +6,6%, il maggior aumento in sette anni.

Condividi:

Comments Closed

Comments are closed. You will not be able to post a comment in this post.