Redazione di Operai Contro,
le Borse sono i lupanari dove i capitalisti si scannano tra di loro per arricchirsi. Continuino pure, la puzza della loro merda non intressa gli operai.
Ma le borse sono oggi il frutto più elevato della società borghese, le borse sono la dimostrazione dell’estrema corruzione dei padroni. Le Borse sono il luogo dove crescono i più turpi scandali. In questo senso esse sono il bordello dei padroni.
Un lettore
Vi invio un articolo dal fatto quotidiano
Aperture in ordine sparso per le borse europee dopo un fine settimana passato a smaltire lo shock della vittoria della Brexit al referendum inglese. Piazza Affari in avvio segnava +0,1%, praticamente piatta dopo lo storico -12,5% di venerdì. Ma poco dopo è tornata in rosso con i titoli bancari. Unicredit cede il 5% e Intesa oltre il 4%, come Ubi Banca, che lunedì presenta il piano industriale. Rimbalzo invece per Madrid, che in apertura registrava un +2,5%. Lievi cali al contrario per Francoforte (-0,4% in avvio), Londra (-0,7%) e Parigi (-0,8%). La Borsa di Tokyo aveva terminato la prima seduta della settimana con il segno più, dopo lo scivolone di venerdì: l’indice Nikkei ha messo a segno un rialzo del 2,39%.
I mercati restano incerti in attesa di comprendere tempistiche e conseguenze dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Il cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, dovrebbe tenere un discorso questa mattina per tentare di rassicurare i mercati finanziari. La sterlina però lunedì mattina è crollata ancora: dopo il -10% di venerdì scorso, quando è arrivata al minimo da 31 anni nonostante gli interventi della Bank of England per sostenerla, la valuta britannica perde un ulteriore 2% in partenza arretrando a quota 1,3404 sul dollaro e dell’1,3% a 1,2153 sull’euro.
A Milano sono in recupero i titoli bancari. Dopo i tonfi di venerdì, domenica si erano diffuse indiscrezioni su un piano del governo Renzi per intervenire a gamba tesa entrando addirittura nel capitale degli istituti più deboli con un intervento da 40 miliardi. Operazione delineata in un editoriale di Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera, in cui l’economista ipotizzava l’acquisto di azioni da parte dello Stato a dispetto della nuova normativa europea sul bail in. Questo invocando il ricorso a “strumenti alternativi”, consentito in caso di “stress sistemici straordinari“.
Sul fronte del mercato obbligazionario, partenza poco mossa per il differenziale di rendimento (spread) tra Btp e Bund tedesco, che segna quota 163 punti contro i 160 della chiusura di venerdì. I titoli di Stato decennali italiani rendono l’1,55 per cento.
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