Redazione di Operai Contro,
i parassiti vivono di eventi. Gli eventi sono i loro giochi per tenere calmo il popolo. Quando non ci riusciranno più sarà terribile. Dopo l’Expo 2015 quale è il prossimo evento di Renzi?
Un lettore
dalla Stampa
Due pupazzi macchiati di sangue gettati per terra, subito dietro un centinaio di poliziotti con un messaggio ben poco edificante: «Benvenuti all’inferno». A trenta giorni dalle Olimpiadi è questa l’accoglienza riservata ai turisti che arrivano all’aeroporto internazionale Tom Jobim di Rio. Come dire, già che siete qui vi diciamo subito quali sono i problemi che affronterete.
Di fronti aperti nella «cidade maravilhosa» ce ne sono parecchi. In primis, la crisi economica, estesa a tutto il Brasile, ma che nello Stato di Rio è da bancarotta. Il governatore ha decretato la «calamità economica», bloccando il pagamento degli stipendi dei dipendenti pubblici, tra cui, appunto, i poliziotti. Rio batte cassa con il governo federale a Brasilia usando la «carta olimpica». Servono 200 milioni di euro per terminare la metropolitana che deve portare i visitatori a Barra de Tijuca, il cuore delle Olimpiadi, altri 600 per far ripartire scuole, ospedali e uffici comunali. Il sindaco Eduardo Paes, dello stesso partito che governa lo Stato, gioca allo scaricabarile, per lui il Municipio ha fatto la sua parte e assicura che, nonostante tutto, le Olimpiadi saranno un successo.
Non la pensano così i suoi concittadini, estenuati dai cantieri infiniti, arrabbiati per gli sprechi e gli appalti dubbiosi, che sono già al vaglio degli inquirenti, come quelli per la ristrutturazione del Maracanà per i Mondiali di calcio o per la riqualifica della zona portuaria. Uno dei punti dolenti è il sistema dei trasporti, che sulla carta doveva essere il volano della rinascita della città. La metropolitana, in realtà una continuazione con 5 fermate della rete esistente, è costata 21 volte di più rispetto al budget iniziale, da 115 milioni a 2,4 miliardi di euro, e non è ancora finita. Il sistema BRT, autobus con stazioni e corsie preferenziali, collassa nelle ore di punta, il nuovo tram leggero è ancora in fase di sperimentazione, dopo che si è bloccato il giorno dell’inaugurazione.
Una figuraccia dietro all’altra, con contorni a volte tragici, come nel caso della pista ciclabile sul mare, crollata per la forza delle onde causando due morti. Poco o nulla è stato fatto per pulire la sporchissima Baia di Guanabara, dove si terranno le gare di vela. Il COI ha «comprato» un piano di bonifica surreale, simile a quelli per i quali Banca Mondiale e Bid hanno bruciato in passato miliardi di dollari. La baia continua ad essere una gigantesca fogna dove si scaricano i rifiuti di una regione abitata da nove milioni di persone. I velisti che si allenano da tre anni hanno avuto già irritazioni e infezioni di ogni tipo; sperano di aver assimilato gli anticorpi necessari per sopravvivere alla settimana di gare in acqua.
Forti interrogativi anche sul fronte della sicurezza. Lo Stato di Rio de Janeiro è uno dei più violenti del Brasile; nei primi quattro mesi dell’anno ci sono stati 1.700 omicidi, 12 al giorno, anche per il fallimento della politica di pacificazione delle favelas avviata sette anni fa. Gli scontri tra le fazioni rivali di narcotrafficanti e la violenza spesso eccessiva della polizia producono una scia di morti da Paese in guerra; per i Giochi si spera in una tregua, non foss’altro per l’impressionante schieramento di 85.000 uomini tra militari e corpi speciali della polizia, il doppio di quanto visto ai Mondiali. Rio sarà una città blindata con carri armati, tiratori scelti sui tetti degli hotel di Copacabana e Ipanema, posti di blocco e navi da guerra. I servizi segreti brasiliani hanno ammesso che non possono escludere attacchi terroristici ad opera di lupi solitari, i Paesi occidentali stanno monitorando con Brasilia alcuni soggetti potenzialmente pericolosi. Sono attesi poco più di trecentomila turisti, la metà dei quali brasiliani. Le previsioni iniziali erano più alte, ma sono calate per la paura, parzialmente rientrata, del virus Zica, per la crisi economica e la questione sicurezza. Chi vive a Rio, in ogni caso, si preoccupa già per il dopo Olimpiadi, quando la «normalità», fra crisi e violenza, prenderà di nuovo il sopravvento.
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