da contropiano.org
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Sabato un tentativo di maxi-sgombero in nome della gentrificazione, della speculazione immobiliare e degli interessi privati, si è trasformato nei giorni scorsi a Berlino in una vera e propria battaglia campale. Il bilancio di parecchie ore di fronteggiamento e di duri scontri è da record: più di 120 arresti tra i manifestanti e centinaia di feriti e contusi tra coloro che tentavano di proteggere gli stabili occupati – l’abitazione abitativa Rigaer94 – oggetto degli appetiti dei costruttori e gli agenti in tenuta antisommossa mandati a ‘liberarli’. Solo la polizia ha dichiarato 123 feriti, i manifestanti nella maggior parte dei casi hanno evitato di ricorrere alle cure in ospedale per evitare identificazioni o denunce.
Da una parte circa 1800 poliziotti, dall’altra alcune migliaia di autonomi, militanti dell’estrema sinistra e abitanti del quartiere di Friedrichshain, nella parte orientale della capitale tedesca, in quella parte della città dove negli ultimi anni i processi di gentrificazione e di espulsione della popolazione locale a vantaggio di nuove attività “trendy” – orientate al turismo e al tempo libero – hanno visto una costante accelerazione, così come nel più famoso quartiere di Kreuzberg.
Da giugno ormai la polizia realizza incursioni e provocazioni continue nella zona, sorvolata in continuazione da elicotteri e droni di sorveglianza, dopo aver ricevuto l’ordine di sgombero da parte delle autorità.
La tensione era alta già da gennaio e si è inasprita il 22 giugno scorso, in seguito allo sgombero da parte della polizia del pianterreno del Rigaer94, che ospitava la lavanderia, le biciclette e il bar dello squat.
Nei giorni scorsi gli occupanti e anche molti abitanti del quartiere hanno chiamato a raccolta ‘il movimento’ non solo dalla capitale ma anche dagli altri territori per dare una dimostrazione di forza.
Quando è scesa la notte, sabato, il fronteggiamento e le prime scaramucce si sono trasformati in una vera e propria battaglia, una delle più consistenti degli ultimi anni. Ai lacrimogeni e agli idranti gli occupanti e migliaia di manifestanti solidali hanno risposto lanciando sassi, bottiglie, razzi e oggetti vari, arrivando anche ad incendiare alcuni mezzi delle forze di polizia che circondavano tutta la zona. «Avete venduto tutta Berlino» e “Fuori i porci da via Riga” gli slogan più gettonati gridati per ore dalla guerriglia che per ora sembra essere riuscita a impedire lo sgombero di alcune case occupate e di alcuni centri sociali e sedi associative concentrate nel quartiere.
Il sindaco – che è pure governatore del Land – il socialdemocratico Michael Müller prova a fare il mediatore, si appella ai residenti affinché “isolino i violenti” e intavolino una trattativa con le autorità, ovviamente partendo dal presupposto che gli interessi degli speculatori e delle imprese che investiranno nei progetti di riconversione sono da considerare prioritari e che al massimo si potrà concedere qualche piccola compensazione agli occupanti.
Ma ammesso che la sua disponibilità al confronto non sia l’ennesimo gioco delle parti i suoi alleati di governo, i democristiani della Cdu, di mediazione proprio non vogliono sentir parlare. Frank Henkel, senatore con delega agli Interni parla nientemeno che di “un’orgia di violenza di sinistra” riferendosi agli scontri di sabato notte, e minaccia di togliere il sostegno al governo locale.
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