da ilsole24ore
I sub-appalti per la realizzazione dell’infrastruttura ferroviaria del cosiddetto “Terzo valico” erano nelle mani della ‘ ndrangheta.
Dalle prime ore della mattinata, in Liguria, Calabria, Lazio e in altre regioni del nord, è in corso una vasta operazione condotta dalle Squadre mobili di Genova, Reggio Calabria, Savona e dal Servizio centrale operativo (Sco) nonché dalla Dia di Genova, con numerosi arresti e perquisizioni a carico di appartenenti alla cosche Raso-Gullace-Albanese e Parrello Gagliostro, indagati per i reati di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione, intestazione fittizia di beni e società.
Nel corso delle indagini, coordinate dalla Procura di Reggio Calabria, sono stati accertati stabili collegamenti con le famiglie di origine da parte di esponenti dell’organizzazione mafiosa in Liguria, attivi nell’edilizia e nel movimento terra.
Sono emersi contatti con politici locali, regionali e nazionali, nonché con funzionari dell’Agenzia delle Entrate e della Commissione provinciale tributaria di Reggio Calabria, volti a condizionare il loro operato con reciproco vantaggio.
È stato eseguito il sequestro preventivo di beni mobili, immobili, depositi bancari di numerose società riconducibili alle consorterie mafiose per un valore complessivo stimabile in alcuni milioni.
Tra i politici coinvolti il senatore Antonio Caridi (Gal), per il quale venerdì della scorsa settimana la Dda di Reggio Calabria (il capo della Procura Federico Cafiero De Raho e il pm Giuseppe Lombardo) ha già avanzato richiesta d’arresto al Parlamento, nell’ambito dell’inchiesta Mammasantissima, che ha svelato parte cupola di “riservatii” e “invisibili” che governa la ‘ndrangheta e ampi settori dell’economia e della politica. Caridi – che nell’indagine Mammasantissima è indagato per associazione mafiosa con altri 4 soggetti tra cui un ex parlamentare – non sarebbe l’unico politico coinvolto. Con i clan della Piana di Gioia Tauro (Reggio Calabria) sarebbe stato in contatto anche il deputato di Lamezia Terme (Catanzaro) Giuseppe Galati (Ala). Per lui la Dda aveva sollecitato un provvedimento cautelare,ma la richiesta è stata bocciata dal Gip di Reggio Calabria che non ha ritenuto sufficiente il quadro indiziario a suo carico.
L’inchiesta, denominata “Alchemia” si è sviluppata in due fasi operative: una, condotta dalla Dia di Genova, con la collaborazione dai centri operativi di Reggio Calabria e Roma, nei confronti di elementi affiliati alla cosca mafiosa Raso-Gullace-Albanese di Cittanova (Rc); l’altra, coordinata dallo Sco della Polizia, dalle Squadre Mobili di Genova, Reggio Calabria e Savona, con riguardo a soggetti appartenenti alla medesima consorteria mafiosa e a quella denominata “Parrello-Gagliostro” di Palmi (Rc).
“Le investigazioni hanno disvelato il grande interesse della ‘ndrangheta per l’import-export di prodotti alimentari, gestione di sale giochi, lavorazione dei marmi, autotrasporti, smaltimento e trasporto di rifiuti speciali”
Le investigazioni hanno disvelato il grande interesse della ‘ndrangheta, oltre che per l’edilizia, anche per l’import-export di prodotti alimentari, gestione di sale giochi e di piattaforme di scommesse online, lavorazione dei marmi, autotrasporti, smaltimento e trasporto di rifiuti speciali, con l’individuazione di società intestate a prestanome.
Affiliati alla cosca cittanovese operanti in Liguria hanno confermato il loro profilo di pericolosità e di solido collegamento con la “casa madre”, evidenziando ancora una volta il rilevante ruolo della Liguria nelle dinamiche e negli interessi della ‘ndrangheta nel nord.
È stata anche documentata la partecipazione a diversi summit mafiosi da parte degli indagati, sancendo la loro intraneità all’organizzazione criminale di matrice calabrese. Inoltre è stata accertata la rituale affiliazione di figli di ‘ndraghetisti al momento del compimento della maggiore età.
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