l’inernazionale.it scrive: ” La Turchia è uno dei principali esportatori mondiali di pomodori, con un giro d’affari annuo di 365,3 milioni di dollari. A Torbali, un distretto agricolo a cinquanta chilometri da Izmir, si produce il 30 per cento dei pomodori di tutta la regione. In estate centinaia di persone lavorano alla raccolta delle diverse varietà di pomodori e delle angurie destinate al mercato nazionale e internazionale. Ma in questo settore lo sfruttamento dei braccianti, in particolare dei profughi siriani, nei campi della zona è la norma. “
Comunico all’Internazionale che la Puglia è uno dei principali produttori di pomodori in Italia. Solo in Capitanata (provincia di Foggia) sono migliaia gli emigranti costretti a lavorare come braccianti a 3 euro l’ora. Padroni e Caporali li trattano come schiavi condannati ai lavori forzati. Gli emigranti sono costretti a vivere in baracche, senza servizi igienici e senza acqua e spesso sono costretti a pagare l’affitto
In Turchia i padroni hanno il dittatore Erdogan.
In Italia i padroni hanno la democrazia i politici e gli amministratori. Sono più di 20 anni che lo sfruttamento dei braccianti emigranti funzione così in Puglia e in tutta l’Italia
Un bracciante della Daunia
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