il buffone degli 80 euro riprende a girare l’Italia per raccogliere voti. Il buffone si vanta di dare soldi ai padroni, ai politici e agli amministratori, soldi già decisi dalla precedente amministrazione. Il governo Renzi è l’autore dell’ennesimo regalo ai padroni dell’ILVA. Non gliene frega niente che i padroni dell’ILVA ammazzino noi operai e i nostri figli. I sindacalisti mazzettari di FIOM-FIM-UILM gli leccano il culo aspettando la prossima mazzetta
Un operaio di Taranto
dalla Repubblica
TARANTO – Il premier Matteo Renzi è tornato a Taranto dopo quasi due anni dalla sua prima visita per inaugurare il secondo piano di esposizione del museo archeologico MarTa e firmare il contratto di sviluppo per Taranto (Cis), un pacchetto di investimenti da 850 milioni di euro per porto, bonifiche e altri progetti sulla città. In strada non sono mancate le contestazioni: “Il governo uccide i nostri bambini”, hanno gridato alcuni manifestanti. Ma sul governo anche il fuoco amico del governatore Michele Emiliano, che ha criticato l’ultimo decreto legge per l’Ilva e le scelte dell’esecutivo sul siderurgico: “Ci hanno fatto perdere tempo e ora il governo non è credibile sui temi ambientali”. Sul Cis il presidente della Regione ha aggiunto: “Sono soldi già annunciati e stanziati dalla precedente amministrazione regionale, non c’è una lira in più. E’ soltanto una ri-firma”.
La contestazione.Circa 200 persone fra ambientalisti, rappresentanti di movimenti e associazione e Slai Cobas hanno atteso l’arrivo di Renzi per contestare la politica del governo in particolare sull’Ilva, messa in vendita col decimo decreto convertito in legge nei giorni scorsi. “Via da Taranto” e “assassino” gli slogan più frequenti gridati da manifestanti sia davanti al Museo sia sotto la prefettura di Taranto. Alcuni momenti di tensione si sono registrati all’arrivo e alla partenza del premier: alcuni manifestanti hanno cercato di forzare il posto di blocco delle forze dell’ordine. Tentativo di aggressione per il deputato tarantino pd Michele Pelillo, spintonato da alcuni manifestanti nel tragitto percorso a piedi tra il Museo e la prefettura con la scorta della polizia.
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M5S tra i manifestanti. Fra i manifestanti anche una delegazione del Movimento 5 Stelle, con l’eurodeputata Rosa D’Amato e l’associazione ‘Genitori tarantini’ che hanno esposto passeggini vuoti, simbolo della mortalità infantile in città lo striscione ‘Anche i bambini di Taranto vogliono vivere’. Il comitato ‘Verità per Taranto’ ha portato 70 sagome di bambini: “Questa è la città in cui muoiono il 20 per cento di bambini più che nel resto d’Italia”, spiega la verde Ada Le Noci.
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L’inaugurazione del Museo.Il premier, accompagnato dal ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, e dal ministro ai Trasporti, Graziano Delrio, dal viceministro allo sviluppo economico Teresa Bellanova e dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Claudio De Vincenti, ha tenuto a battesimo l’esposizione del secondo piano del MarTa, uno scrigno di 25 nuova sale con tesori di 6.500 anni che Franceschini ha definito “una collezione straordinaria, fra le più importanti al mondo”. Il museo fa parte dei 20 a cui il governo ha dato autonomia finanziaria e negli ultimi anni ha ottenuto finanziamenti per circa 6 milioni di euro. Tra i nuovi tesori in esposizione, le statue paleolitiche delle Veneri di Parabita, lo Zeus di Ugento (del 570 avanti Cristo), il corredo funerario della tomba dell’Atleta olimpico dell’antica Grecia e a copia della Persefone in trono, conosciuta come ‘la dea sorridente’.
La firma da 850 milioni. Il presidente del consiglio ha firmato il Cis per Taranto, un pacchetto di progetti e interventi da 850 milioni di euro, di cui circa la metà per il porto. “Buona parte è già cantierizzato”, ha spiegato il ministro Delrio. “C’è il bando per il nuovo terminalista e dal prossimo anno arriveranno le navi turistiche. Dal 2001 al 2011 sono stati investiti 35 milioni sul porto, noi negli ultimi tre anni abbiamo investito venti volte di più”. Bandi e studi al via anche per l’Arsenale militare di Taranto, “che si aprirà anche alle navi civili”, aggiunge il ministro De Vincenti. Che replica a Emiliano: “Mi ha fatto piacere vederlo al Tavolo del Cis per Taranto, dove da molti mesi a questa parte ha brillato per la sua assenza. In effetti, l’attuale amministrazione della Puglia non ha aggiunto neanche un euro”. E ancora: “Forse il presidente Emiliano è talmente preoccupato e concentrato su di sé, in perenne caccia di telecamere, che s’è perso diversi passaggi. Passaggi che invece i cittadini pugliesi sapranno ben apprezzare”.
La questione Ilva. Sull’Ilva è la viceministra Teresa Bellanova a spiegare che l’ultimo decreto non rallenta la vendita, ma era necessario per porre il tema ambientale al primo posto. “Verrà valutato da tre esperti e poi si passerà alle offerte economiche, è l’unico modo per garantire ambiente e salute, oltre al diritto al lavoro”, ha commentato. E Renzi: “Una cosa deve essere chiara: noi Taranto non la lasciamo sola. Al contrario del passato, noi prendiamo impegni verificabili. E ci diamo da oggi appuntamento tra un anno per fare il punto della situazione”, ha detto il premier a chiusura dell’incontro, promettendo a settembre una visita del ministro all’Istruzione al quartiere Tamburi, dove stanno per essere avviati i lavori di bonifica in cinque scuole.
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La polemica con Emiliano. La polemica c’è stata fin dall’invito mancato e poi arrivato in extremis. Seduti distanti al tavolo, il premier e il governatore si sono dichiarati palesemente su posizioni diversi su molti temi all’ordine del giorno. Emiliano è critico nel commentare la firma del Cis: “E’ una ri-firma, si tratta per lo più di risorse messe in cantiere dall’amministrazione che mi ha preceduto. Non ci sono soldi in più. Anzi, se il governo avesse altri 900 milioni di euro per questa terra avremmo diverse proposte da fare”. Riferendosi alle contestazioni, Emiliano ha detto: “Se in Corte d’assise a Milano fosse in corso un processo per avvelenamento di sostanze alimentari, i cittadini
avrebbero la stessa pazienza? Ci farebbero riunire con la stessa serenità di oggi? Io non credo”.
Il Patto per la Puglia. “Anche per evitare polemiche sulla questione del rapporto con la Regione, si potrebbe arrivare alla firma del patto con la Puglia, se il testo fosse condiviso, in occasione della Fiera del Levante” nel prossimo settembre, ha proposto Renzi al termine della visita.
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