trovo molto pertinente la critica del Fatto Quotidiano all’osceno “fertilityday” lanciato dalla ministra Lorenzin. Allego l’articolo che condivido pienamente.
Il #fertilityday è aberrante, retrogrado, indecente. Qualcosa di profondamente osceno, bigotto, razzista, sessista. Un abominio autentico, immorale e oscurantista. Ho passato tutta la giornata di ieri a sperare che fosse solo uno scherzo. E invece. Siamo davvero oltre ogni leggenda.
In primo luogo, se una donna (e una coppia) decidono di non fare figli, di sicuro non cambiano idea se glielo dice la Lorenzin. In secondo luogo, una donna (e una coppia) possono decidere di non fare figli perché magari poi il figlio somiglia alla Lorenzin, e questo per i genitori sarebbe francamente tremendo. In terzo luogo, ma capisco che per la Lorenzin sia un concetto troppo complicato, non fare figli spesso non è una scelta.
Invece di lanciare campagne “promozionali” così bieche e dolorosamente insultanti, peraltro orrende da un mero punto di vista tecnico (le foto fanno schifo, gli slogan sembrano scritti da Jimmy Lo Zozzo e il sito è bloccato), la Lorenzin potrebbe per esempio battersi per dare alle donne più lavoro, più garanzie, più aiuti. Più asili nido, più mense scolastiche, più servizi. Più salari, più certezze.
Invece siamo qui a commentare un sedicente ministro, oltretutto con più capelli che voti, che riduce sostanzialmente (e orribilmente) la donna a “involucro con data di scadenza” e che riecheggia la vile propaganda del Ventennio: “la fertilità come dovere, l’infertilità come colpa”. Il governo Renzi è sempre più spesso la variante ridicola del fascismo: patria, ottimismo, hashtag e propaganda. Che orrore.
Ah, dimenticavo. Desidero girare alla esimia Lorenzin un tweet che ho letto ieri. È firmato 50sfumaturedisorriso e dice così: “Lorenzin, ho 42 anni, non posso avere figli, ho avuto 3 aborti, nessun sostegno psicologico in ospedale. Il #fertilityday infilatelo su per il…”. La Lorenzin ha licenza di terminare il detto tweet come meglio crede. Con ossequi. Eia eia alalà.
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