gli operai in Bangladesh muoiono bruciati vivi. Gran parte delle fabbriche lavorano per i padroni italiani.
Nessun giudice li processerà i padroni italiani
Un operaio
rainews.it
10 settembre 2016
Il video che gira sui social network mostra la violenza del rogo che infuria nell’edificio di 4 piani dove decine di operai stavano lavorando, come ogni giorno. Un incendio devastante, quello che ha semidsitrutto la fabbrica di imballaggi per l’industria tessile di Tongi, a 25 chilometri dalla capitale del Bangladesh, Dacca. Secondo un primo bilancio ci sarebbero almeno 15 morti e 70 ustionati,
Sembra che la causa dell’incendio sia da ricercarsi nella caldaia utilizzata nella fabbrica. Al momento dello scoppio nell’edificio si trovavano un centinaio di operai: il bilancio delle vittime potrebbe aggravarsi ulteriormente dal momento che l’incendio non è ancora stato domato e fra le macerie potrebbero trovarsi altri corpi. Incidenti di questo tipo, dovuti al mancato rispetto delle norme di sicurezza, sono frequenti in Bangladesh, che è il secondo esportatore al mondo di prodotti tessili, alle spalle della Cina. Sono moltissimi i marchi occidentali e anche italiani che producono in Bangladesh i propri capi di abbigliamento. Nel 2012 in un incendio analogo morirono 112 operai. L’anno successivo il disasto più tragico della storia del Paese, quando un edificio che ospitava 5 fabbriche di capi di abbigliamento crollò nei pressi di Dacca, causando la morte di 1135 persone. – See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Bangladesh-incendio-fabbrica-Tongi-operai-morti-carbonizzati-5bce86d8-595f-4186-a55c-d01e41aa040f.html
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