Redazione di Operai Contro,
se i CARA servono solo ai truffatori per incassare milioni di euro, se il Cara di Foggia serviva per fornire braccianti ai padroni delle campagne, quanto gli emigranti danno fastidio vengono dfeportati.
Gli intellettualoni, i magistrati di ” sinistra” gli ex 68 si guardano bene dal dire qualcosa e protestare.
Un operaio Senegalese
dal fattoquotidfiano
Tra questi moltissime le famiglie con bambini e i minori non accompagnati, oltre 600 di loro sono stati accolti nell’ultimo mese da don Giusto della Valle e dai parrocchiani e volontari di Rebbio. A sostenere i migranti e provvedere alle necessità più immediate i volontari della mensa di Sant’Eusebio, gli attivisti della rete “Como Senza Frontiere” e i “Solidali dell’info point”. Un’esperienza che sembra volgere al termine con l’apertura del centro di accoglienza. Ma la soluzione preoccupa chi in questi mesi ha assistito i migranti. “Lungi dal risolvere il problema – si legge nel comunicato di questi ultimi – il centro di accoglienza governativo lo nasconderà.” Per questo alcuni degli attivisti hanno convocato per giovedì 15 settembre alle 19.30 un corteo con partenza dalla stazione per contestare la gestione del campo, accusata di “bloccare definitivamente il transito verso la Svizzera” e di essere funzionale al “controllo e alla deportazione”.
Incontrando i migranti e ragionando con loro insieme ai mediatori di Terres des Hommes, la paura espressa più frequentemente è che sia stato tutto vano, che una volta al Centro possano essere rimpatriati nel paese dal quale sono fuggiti, come avvenuto con i 48 sudanesi di Ventimiglia. “L’Unione Europea nel 2015 ha speso il 70% delle risorse destinate agli immigrati per i respingimenti e solo il 30% all’accoglienza – sottolinea Celeste Grosso – invertendo le proporzioni si avrebbe una situazione dignitosa per i migranti e più sostenibile per tutti, oltre che una notevole riduzione delle spese.” Scenario improbabile in una “Fortezza Europa” che non sanziona gli stati che tornano ad alzare muri e non sembra riuscire nemmeno a far rispettare gli accordi di “relocation” tra paesi europei stretti appena lo scorso anno
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