Redazione di Operai Contro,
la scuola di Arquata del Tronto distrutta dal terremoto, viene ricostruita nella tendopoli che poggia su detriti di amianto. Alfano chiamato in causa dai Vigili del Fuoco per lo smaltimento del minerale cancerogeno, ha fatto scena muta. Invece delle costruzioni antisismiche che resistano al terremoto, in Italia si ricicla l’amianto: sui tetti prima del sisma, nei pavimenti dopo il sisma.
Saluti schifati
Dal Fatto Quotidiano
Detriti con amianto utilizzati per riempire, livellare e mettere in sicurezza le aree delle tendopoli. La denuncia arriva dal sindacato Usb dei Vigili del fuoco che nei giorni scorsi, tra Amatrice (Rieti) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno), ha fotografato e filmato alcuni settori delle zone rosse: “Nella zona di Arquata del Tronto, vicino al palazzetto dello sport, accanto al campo mensa dei Vigili del fuoco – dice Costantino Saporito, coordinatore nazionale del sindacato Usb – hanno ampliato un’area e l’hanno coperta di detriti: tra quelle pietre c’è amianto. L’ho visto con i miei occhi e l’ho filmato. Se non bastasse, accanto c’è la piazzola di atterraggio per gli elicotteri, quindi il rischio diventa ancora maggiore perché, con il movimento delle pale, non possiamo neanche augurarci che l’amianto resti fermo. Alcuni colleghi ci hanno detto che si tratta degli stessi detriti utilizzati per riempire l’area sulla quale poggerà la tendopoli per la scuola di Arquata del Tronto”.
Se la presenza dell’amianto è documentata dalle foto e dai filmati, per quanto riguarda la tendopoli della scuola, non v’è certezza della presenza di amianto. Anzi, a sentire il sindaco, Alessandro Petrucci, non dovrebbe esserci alcun rischio: “Nell’area della scuola è stata trasportata solo ghiaia”, dice il sindaco al Fatto. Che vi sia amianto nei detriti trasportati, comunque, lo conferma Stefano Giordano, anch’egli del coordinamento nazionale Usb, che con Saporito ne ha documentato la presenza attraverso fotografie e video: “Oltreché nei detriti l’abbiamo visto nelle coperture dei tetti, nelle grondaie, nelle canne fumarie. L’abbiamo filmato e fotografato. Speriamo che qualcuno intervenga il prima possibile”.
Sulla presenza dell’amianto e sulla necessità di attivare un protocollo per il suo spostamento e smaltimento, l’Usb ha avanzato una richiesta formale il 3 settembre, con una lettera inviata al ministro Angelino Alfano e ai vertici del corpo dei Vigili del fuoco. “Ma non abbiamo avuto alcuna risposta”, conclude Saporito, che ha inoltrato al Fatto, oltre alle fotografie e ai filmati, anche il testo della lettera in questione. “Dopo un primo incontro”, spiega Saporito, “durante il quale abbiamo chiesto ufficialmente l’intervento dell’Arpa per effettuare dei rilevamenti, e dell’Asl, per concordare la procedura più corretta per smaltire l’amianto, abbiamo deciso di rinnovare la richiesta mettendola nero su bianco. Ma nessuno ci ha ancora risposto”.
L’oggetto della lettera è chiaro: “Richiesta di controllo delle zone di cratere colpito dal sisma da eventuale rischio amianto e richiesta di campionatura delle particelle presenti nel suolo e nell’aria nelle zone direttamente interessate dall’azione di salvaguardia degli operatori del soccorso da parte dell’Arpa”. E ancora: “Richiesta di un protocollo specifico, qualora si dovesse riscontrare la presenza di agenti nocivi, per il trasporto e contatto da applicarsi con la massima urgenza”. Il sindacato chiede che “siano prese tutte le precauzioni onde evitare il rischio da contatto degli operatori del soccorso e nel caso delle unità cinofile anche degli animali con particelle di amianto”.
“Quando si porteranno via le macerie – replica Luca Cari per il corpo dei Vigili del fuoco – allora sarà fatta l’analisi del rischio e, in base ai risultati, saranno adottate tutte le protezioni idonee e necessarie”. Resta il fatto, però, che Saporito e Giordano denunciano la presenza di amianto anche nella zona in cui dovrebbe essere allestita la scuola di Arquata.
“Nelle zone montane in cui i colleghi stanno lavorando – conclude Saporito – il problema più grosso deriva dalla creazione di piazzole per la realizzazione di aree sicure, dove montare delle tendopoli, visto che il commissario straordinario Vasco Errani non ha ancora firmato nessuna delibera per l’abbattimento delle case in crollo nelle zone rosse. Ne deriva che aree per le scuole e per il ristoro, giusto per fare un esempio, vengono formate utilizzando detriti spesso provenienti da Amatrice, come è accaduto ad Arquata del Tronto, dietro il campo in cui allestiranno la tenda che farà da scuola per i ragazzini. La presenza di amianto, oltreché altamente pericolosa per gli operatori che stanno lavorando, è veleno anche per il futuro insediamento della popolazione che ne usufruirà”.
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