Redazione di Operai Contro,
Giovanni Campo, operaio di 25 anni, è stato assassinato all’ILVA di Taranto. Padroni, politici sono i veri assassini, ora grideranno che non capiterà mai più. Sono centinaia gli operai assassinati all’ILVA. Questa volta i sindacati hanno convocato uno sciopero. Basta facciamola finita con gli assassini e i sindacalisti mazzettari
Un operaio dell’ILVA
dalla Repubblica
Incidente mortale nell’Ilva di Taranto dove intorno alle sette del mattino un giovane lavoratore di 25 anni, Giacomo Campo, originario di Roccaforzata (Ta), è rimasto schiacciato da un rullo mentre faceva manutenzione a un nastro trasportatore ed è morto sul colpo. L’operaio lavorava per una ditta esterna, la Steel service. L’incidente si è verificato negli impianti che servono l’altoforno 4.
Sotto shock lo zio dell’operaio, collega di lavoro nella stessa ditta, che ha assistito all’incidente e dato l’allarme insieme ad altri colleghi. Sul posto sono intervenuti ispettori del Lavoro, vigili del fuoco e carabinieri per stabilire insieme al pubblico ministero di turno la dinamica dell’incidente. I sindacati dei metalmeccanici hanno convocato uno sciopero immediato e chiesto un incontro col prefetto di Taranto. in una nota l’Ilva esprime profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia del lavoratore.
Secondo quanto riferito dalla stessa Ilva, il nastro trasportatore dello stock house che trasporta materiale nell’altoforno 4, danneggiato a seguito di un taglio longitudinale, era stato fermato durante la notte per consentire l’intervento di riparazione. “Come da procedura –informa l’azienda – il nastro è stato preventivamente messo in sicurezza ed è stato privato di alimentazione elettrica. Nonostante l’applicazione di tutte le misure di sicurezza, durante le attività di rimozione del materiale ferroso che si era depositato sul rullo di invio, effettuate dal giovane operaio con un tubo aspirante, il nastro si è attivato e lo ha trascinato”.
Fonti sindacali riferiscono che l’incidente probabilmente si è verificato per la perdita di equilibrio meccanico tra il nastro e il gigantesco rullo, grande più di due metri, dal quale il giovane è stato schiacciato. “Non si tratta di una fatalità ma di una vera e propria mancanza di rispetto delle regole di sicurezza” attacca Francesco Rizzo dell’Usb Taranto.
“L’incidente – scrive il sindacalista in una nota – è successo sotto gli occhi dei responsabili che non hanno voluto aspettare l’arrivo dei mezzi per la messa in sicurezza del tamburo. Tutto era fermo e spento ma si è deciso di iniziare con mezz’ora di anticipo. Questo per sottolineare ancora una volta come nell’Ilva di Taranto manchino ormai regole e rispetto sulla sicurezza”.
Si tratta del quarto incidente mortale nel siderurgico da quando lo stabilimento è commissariato. Il 17 novembre 2015 Cosimo Martucci, 49 anni di Massafra, anch’egli dipendente di una ditta appaltatrice ha perso la vita schiacciato da un grosso tubo mentre lavorava all’interno dello stabilimento nell’area di agglomerazione dell’acciaieria.
Qualche mese prima, il 12 giugno morì dopo 4 giorni di agonia Alessandro Morricella, 35 anni, travolto dalla ghisa fusa e vapore mentre lavorava alla base dell’altoforno numero 2. L’impianto fu sequestrato dalla magistratura perché ritenuto pericoloso. A settembre del 2014 un altro incidente riguardò una ditta dell’appalto. Angelo Iodice, 54 anni di Caserta, responsabile della sicurezza di una ditta dell’appalto, fu investito ed ucciso da un mezzo che si spostava a marcia indietro.
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