i sindacalisti ci hanno riportato a bivaccare al picchetto di una fabbrica ferma dal 2010. I sindacalisti ci invitano alla calma, ci ripewtono fino alla nausea la proposta del Ministro Calenda: il piano del governo.Le solite stronzate che ci ripetono dal 2010. Alcoa rinvii lo smantellamento dell’impianto per dare tempo alla società pubblica Invitalia di trovare un compratore, nel frattempo per gli operai ci saranno gli ammortizzatori previsti nelle aree di crisi complessa (500 euro al mese, con la speranza di un’integrazione da parte della Regione) e, per gli acquirenti, le tariffe agevolate allargate a tutte le aziende energivore presenti in Italia, così da disinnescare eventuali obiezioni europee sugli aiuti di Stato.
Secondo i sindacalisti dobbiamo accettare i 500 euro ( una elemosina per sopravvivere) tanto i sindacalisti hanno il conto bancario pieno
In attesa del sì di Alcoa alla proposta, nel governo le bocche sono cucite. Le solite cose. C’è la manifestazione di interesse dell’altro gruppo svizzero Sider Alloys; c’è il colosso russo Rusal, che a Portovesme produceva ossido di alluminio con la Eurallumina, fabbrica in attesa di una ripartenza degli impianti; soprattutto non si esclude che torni in pista Glencore al momento frenata, si dice, da tensioni tra gli azionisti. Voci, ipotesi, ragionamenti. Calenda ha promesso che tra quindici giorni verrà nel Sulcis e qualcuno, a scanso di equivoci, gli ha ricordato come qualche anno fa l’allora ministro Passera, anche lui in visita da queste parti dovette scappare in elicottero.
Ma ora i sindalisti ci hanno ridotto in povertà e la nostra voglia di lottare diminuisce.
Operai ALCOA siamo ancora in grado di buttare a mare politici e sindacalisti
Un operaio ALCOA
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