Caro Operai Contro,
dopo aver fissato al 4 dicembre la data del Referendum costituzionale, Renzi si è scatenato nella grande televendita sperando di attirare i consensi per il SI. Quattro comizi in poche ore, promesse lunari di grandi opere, investimenti e migliaia di posti di lavoro. Rispolvera il Ponte sullo stretto di Messina con 100 mila posti di lavoro. Uno schiaffo al meridione d’Italia più che mai impoverito e spinto dal governo Renzi, in condizioni peggiori. Strade e ponti crollano subito dopo l’apertura, non devono aspettare il terremoto, i treni sono a binario unico, si costruisce senza criteri antisismici mentre i soldi spariscono, nel Belice ci sono terremotati ancora nelle baracche dopo il terremoto del 1968, la terra dei fuochi dilaga, intere aree e città come Taranto avvelenate per gli alti profitti, solo per fare alcuni esempi. I veri problemi si moltiplicano. Invece di affrontare i padroni che ricorrono al caporalato impiegando forza lavoro in condizioni di conclamata schiavitù, Renzi, ha peggiorato la situazione con il Jobs act, con i Voucher, con il taglio agli ammortizzatori sociali. Renzi fa venire l’acquolina in bocca anche alla Suburra da Roma in giù, dopo quella affiorata a Milano con l’Expo, a Roma con Mafia capitale, a Venezia col Mose, ora promette il grande affare del Ponte sullo Stretto.
Mentre a 12 milioni di lavoratori (di cui 3 nel settore pubblico), non vengono rinnovati i contratti di lavoro, i soliti sindacati partecipano alla grande kermesse del venditore di pentole. Proprio ieri la notizia che hanno firmato un accordo sulla previdenza: tanto fumo e zero arrosto. Al 4 dicembre mancano più di due mesi. Renzi prepara altri numeri strabilianti. Forse prometterà un ponte tra la Sicilia e la Libia per sveltire il traffico dei petrolieri, ma dirà che serve ai migranti per non affogare più con i barconi.
Saluti O.V.
Vi mando l’articolo di Repubblica sull’accordo tra governo e sindacati
ROMA – Governo e sindacati hanno firmato un verbale condiviso sugli interventi in materia di previdenza. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini da una parte, Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, Annamaria Furlan (Cisl) e Carmelo Barbagallo (Uil) dall’altra, hanno discusso sul pacchetto di interventi riservato a chi è già in pensione e a chi ci vorrebbe andare. Nel verbale firmato si parla di anticipi (Ape), di trattamento per i lavori precoci e usuranti, di ricongiunzioni onerose, di quattordicesima ed estensione della no tax area per i pensionati: misure riassunte in cinque pagine lette da Nannicini ai sindacati e per le quali Poletti ha annunciato “6 miliardi in tre anni. Le misure ci sono e non dipendono dalla trattativa con Bruxelles – ha detto il premier Renzi – Piccoli passi, non viene rivoluzionato il quadro della riforma Fornero. Qualche aggiustamento può essere fatto – ha risposto la diretta interessata, l’ex ministra Elsa Fornero – La cosa importante è che sia a favore delle categorie più deboli e non come mance elettorali”.
LA SCHEDA. Ecco le principali novità sulle pensioni
La fase due. Il verbale precisa che il confronto con le parti sociali continuerà, con l’obiettivo di riformare il sistema di calcolo contributivo per permettere anche ai giovani con redditi bassi di aver diritto alla pensione, pur mantenendo la sostenibilità finanziaria. “In vista di un possibile intervento di riduzione del cuneo contributivo sul lavoro stabile- si legge nel documento – si valuta l’introduzione di una pensione contributiva di garanzia legata agli anni di contributi e all’età di uscita”. Sarà valutata anche la possibilità, per alcune categorie, di superare i vincoli dell’adeguamento alle speranze di vita.
Nannicini: “Da domani confronto con sindacati”. Dopo la firma del verbale condiviso con i sindacati in tema di pensioni “da domani partirà il confronto con i sindacati” per la definizione delle soglie dell’Ape, il cosiddetto anticipo pensionistico, ha spiegato Nannicini, al termine dell’incontro. La definizione delle risorse – ha aggiunto – “sarà approfondita in vista della legge di bilancio“. L’aumento della quattordicesima del 30 per cento per chi già la riceve “è plausibile. Per coloro che invece percepiscono redditi fino a 2 volte il trattamento minimo annuo Inps, circa mille euro mensili – ha aggiunto – ci sarà la quattordicesima nella misura prevista oggi”.
Camusso (Cgil): “Problema delle carriere discontinue”. Per la leader della Cgil Susanna Camusso restano degli aspetti ancora da affrontare, come le carriere discontinue. Per i giovani e le loro pensioni “sono stati definiti i titoli ma non c’è la traduzione in una soluzione”, ha detto Camusso al termine dell’incontro con il governo, sottolineando che nel verbale siglato si riconosce “il problema delle carriere discontinue e il fatto che va data una risposta. È Stato fatto un buon lavoro ma non si può dire che sia concluso”.
Barbagallo (Uil): “6 miliardi non bastano”. Dello stesso avviso della Camusso anche il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo: “I sei miliardi stanziati non sono sufficienti e non dimentichiamo gli esodati e il resto della piattaforma”. Così , spiegando che si è fatto “un buon lavoro” ma “non è finito” e “si guarda alla stanziamento con la lente rivolta alla fase successiva”. Insomma, aggiunge, “la discussione continua”.
Furlan (Cisl): “Un po’ di giustizia per i pensionati”. La numero uno della Cisl parla di “buon risultato”. “Dopo tanti anni i pensionati vedono un po’ di giustizia” ha detto al termine del tavolo. Questo, aggiunge, non significa che “ci accontentiamo: la nostra piattaforma è nella nostra testa e nei nostri cuori”. Quindi per Furlan “il lavoro va avanti, restano ancora tante cose da fare”, ma quello di oggi “è un buon risultato”.
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