Il Foglio Bianco
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QUELLO CHE LA RSU DEVE FARE E NON FA
Posted: 05 Oct 2016 01:12 AM PDT Riceviamo e pubblichiamo:
Una decina di giorni fa abbiamo affisso in bacheca un cartello di denuncia della situazione dei provvedimenti disciplinari e del licenziamento che hanno colpito i lavoratori in produzione. Per guadagnare di più, l’azienda aumenta i ritmi di lavoro, taglia le pause, riduce al minimo i controlli, la manutenzione delle macchine e la scorta dei materiali. Poi, quando qualcosa va storto, l’azienda dà la colpa ai lavoratori e arrivano le contestazioni, le multe e i licenziamenti. A questo si aggiunge un regime da caserma: non si può parlare, sedere, guardare il telefono, ecc. Di fronte a questa situazione di pressione e intimidazione sui lavoratori, abbiamo richiesto alla intera RSU una reazione netta e immediata: LA RSU HA IGNORATO LA NOSTRA DENUNCIA E A FAUGLIA IL CARTELLO E’ STATO SUBITO TOLTO. Se la RSU continua a sottovalutare la serietà della situazione in fabbrica, ci riserviamo di prendere iniziative di risposta, anche limitata ma il più possibile incisiva. 5 ottobre 2016 |
Ancora difficoltà per i lavoratori della ISCOT dell’indotto PIAGGIO |
SILVIA E GIADA: Che i burocrati dei sindacati sono asserviti ai padroni gli operai lo vivono tutti i giorni sulla propria pelle, aspettarsi da questi servi prese di posizioni che vanno contro gli interessi dei padroni mi sembra utopistico. Vedo dalla vostra denuncia che anche voi siete della RSU. Voglio condividere con voi una esperienza fatta personalmente alla Fiat Trattori, oggi Fca. La Fiat prese un provvedimento disciplinare contro un’operaia, simpatizzante del COF ( comitato operai Fiat), noi eravamo un comitato di circa 15 operai. Quando l’operaia ci ha messo a conoscenza del provvedimento disciplinare ricevuto, abbiamo indetto subito un’ assemblea nel reparto montaggio; avevamo tutti contro: chiaramente la Fiat ma anche i sindacalisti; a questa assemblea hanno partecipato 120/150 operai, tutti compatti nonostante la Fiat abbia dato una prova di forza notevole: capi squadra, capi reparti, guardie e lo stesso capo del personale che giravano intorno per verificare di quale reparto erano gli operai che partecipavano alla nostra assemblea. Nessuno si è lasciato intimidire dall’atteggiamento provocatorio della Fiat, oltre a esporre il provvedimento disciplinare che colpiva l’operaia, abbiamo chiesto che almeno un operaio di ogni reparto esponesse le problematiche esistenti sul posto di lavoro: ci sono stati moltissimi interventi. Per quanto riguardava il provvedimento abbiamo deciso di impugnarlo davanti a un Giudice del Lavoro, che ha revocato i tre giorni di sospensione. Perchè ho voluto condividere questa mia esperienza con voi? Voi siete due della RSU, sappiamo tutti come vengono elette le RSU, il 33% se lo garantiscono i sindacati senza votarlo, il restante viene messo ai voti dove i sindacati mettono in lista i propri fedelissimi ( quella che viene chiamata aristocrazia operaia). E’ ora che la RSU, non solo la vostra ma tutte quelle non compromesse si assumano la responsabilità di rompere qualsiasi rapporto con la burocrazia sindacale. Io ho riportato una esperienza in un momento in cui c’erano ancora i Consigli di fabbrica, il clima nelle fabbriche era diverso, ma ricatti, minacce, licenziamenti ad personam c’erano anche allora (i 62 licenziamenti di operai più combattivi alla Fiat di Torino). La crisi storica del sistema capitalista ha svelato in pieno di che pasta sono fatti i padroni: sfruttatori senza scrupoli, i sindacati e sovrastruttura al loro servizio. Silvia, Giada, tocca agli operai più coscienti prendere le iniziative e stimolare la capacità di risposta degli operai; chi pensa di salvarsi perchè non si espone è un illuso, per i padroni siamo solo degli schiavi da spremere come limoni e da buttare nel dimenticatoio della storia quando non serviamo più. La guerra che ci oppone ai nostri sfruttatori necessita di operai organizzati, e solo organizzandoci in proprio, costruendo il PARTITO OPERAIO POSSIAMO VINCERE QUESTA GUERRA. Saluti Antonio.