Caro Operai Contro,
la mancata manutenzione causata dai tagli alla sanità, mette a repentaglio anche la sicurezza negli ospedali. Ad Angera (Va) era già successo nel 2014, si è ripetuto l’altro giorno. Tubo rotto, acqua in due reparti, un inserviente travolta dalla caduta del controsoffitto.
Non solo chi non ha soldi per curarsi privatamente finisce nel girone dei malati di serie B, con attese interminabili, ticket per esami, visite e se non sei moribondo, non puoi ripeterli per cinque anni, oppure devi farli privatamente. Se ti trovi ricoverato c’è pure il rischio di restare sotto al crollo di strutture fatiscenti, o di restare folgorato dalla scossa causata dai tubi dell’acqua che rompendosi, fanno contatto con l’elettricità. Il degrado della sanità pubblicato causato dal governo Renzi e dai suoi predecessori, non suscita scalpori né scandali: non c’è un terremoto da incolpare.
Saluti da Maccagno (Va)
L’articolo della Prealpina
Angera. Ospedale, due reparti “a mollo”. Tubo rotto, acqua in ostetricia e ginecologia. Addetta alle pulizie travolta da un pannello del controsoffitto.
Perdita d’acqua nel fine settimana all’ospedale Carlo Ondoli: da alcuni tubi rotti nel reparto di ostetricia e ginecologia al secondo piano, lo stillicidio ha finito per invadere il padiglione sottostante. Così il gocciolio ha parzialmente allagato una camera, un bagno e la cucina del reparto al primo piano. Risultato, secchi e stracci per assorbire l‘acqua, e disagi per chi, tra sabato e domenica, era ricoverato nei due reparti. «E non è finita – racconta Antonio Negro, segretario provinciale della Fsi (Federazione Sindacati Indipendenti) – Quando ieri mattina un’addetta alle pulizie di una ditta esterna è entrata nella stanza del reparto di chirurgia per sistemare, le è finito in testa un pezzo di controsoffitto: probabilmente ha ceduto perché le infiltrazioni ne hanno indebolito la struttura. Per fortuna, a parte la botta, la donna non ha riportato lesioni, ma è comunque finita in pronto soccorso e le hanno messo un collare». Infine l’acqua calda, che fino alla tarda mattinata di lunedì è mancata in chirurgia e ginecologia.
I lavori di sistemazione sono subito stati avviati sia per riparare le tubazioni rotte sia per risistemare tutto quanto è stato danneggiato dall’acqua. E non è neppure la prima volta che avvengono inconvenienti di questo tipo, come sottolinea il segretario della Fsi ricordando la caduta di calcinacci e cartongesso avvenuta nel 2014, sempre per una tubatura rotta, proprio in una delle stanze della chirurgia.
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