Oerlikon Graziano: Se non è l’ora te la fai addosso

Caro Operai Contro, si andrà in bagno quando vuole il padrone. Questo dice la disposizione della Oerlikon Graziano con fabbriche a Bari e Torino. E a chi gli scappa in altri orari? Forse il sindacato si batterà per il pannolone? Dalle dichiarazioni di alcuni sindacalisti non è chiaro come intendano rispondere (nei fatti) all’azienda. Si dicono preoccupati dei “Problemi anche psicologici” che può causare il provvedimento. Un componente del direttivo provinciale Fiom Cgil dice “Stanno cercando di creare le condizioni ideali per arrivare a chiudere lo stabilimento – rincara la dose – e questo è solo l’ultimo atto, dopo […]
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Caro Operai Contro,

si andrà in bagno quando vuole il padrone. Questo dice la disposizione della Oerlikon Graziano con fabbriche a Bari e Torino. E a chi gli scappa in altri orari? Forse il sindacato si batterà per il pannolone? Dalle dichiarazioni di alcuni sindacalisti non è chiaro come intendano rispondere (nei fatti) all’azienda. Si dicono preoccupati dei “Problemi anche psicologici” che può causare il provvedimento. Un componente del direttivo provinciale Fiom Cgil dice “Stanno cercando di creare le condizioni ideali per arrivare a chiudere lo stabilimento – rincara la dose – e questo è solo l’ultimo atto, dopo le lettere di contestazione e addirittura un licenziamento per giusta causa”.

Ma come, il padrone mira a chiudere lo stabilimento e si preoccupano dei “problemi psicologici?

Paparella, del direttivo Fiom provinciale, dice, non abbiamo firmato l’accordo per la mobilità di 57 lavoratori “perché pretendiamo garanzie per chi resta”. Quindi 57 lavoratori possono essere licenziati, come scambio con le “garanzie”? Poi il padrone dirà che la situazione è peggiorata, addio garanzie. Quanti accordi hanno giustificato licenziamenti in nome delle “garanzie”? Quante fabbriche hanno chiuso in questo modo?

Saluti da Grugliasco

 

Allego l’articolo da Repubblica.it – Bari

“Operai in bagno solo tutti insieme”, a Bari e Torino il diktat dell’azienda per evitare sprechi di tempo. La comunicazione che arriva dalla Oerlikon Graziano scuote i lavoratori e riguarda anche la pausa ristoro e le sigarette: 2 break da 9 minuti per ogni turno. I sindacati: “Problemi anche psicologici”

In bagno tutti assieme. Un comunicato aziendale per spiegare che ora, fermarsi durante il turno di lavoro sarà un affare di gruppo: “Le pause fisiologiche individuali effettuate dai lavoratori addetti direttamente o indirettamente alla produzione diventano collettive”. In sostanza, decide l’azienda quando è il momento di spezzare il ritmo. La comunicazione arriva dalla sede principale di Rivoli, ma è indirizzata anche ai dipendenti della Oerlikon Graziano di Bari, impegnata nel campo dei componenti per le trasmissioni meccaniche.

Un’altra settimana di libertà, poi, a partire dal 14 novembre, pause cadenzate. “I lavoratori – recita il comunicato aziendale – potranno accedere alle aree ristoro e ai punti fumo messi a disposizione dall’azienda durante le due pause, che ricordiamo essere di nove minuti cadauna”. Gli orari, però, non sono stati ancora fissati: “La fruizione delle due pause sarà dettagliata in una successiva comunicazione a cura della Direzione dello stabilimento”.

Un provvedimento reso noto meno di quarantotto ore fa ai dipendenti, ma che ha già acuito la tensione. “La situazione è già critica ma con queste decisioni vogliono solo inasprire lo scontro”, commenta Massimo Paparella, dipendente a Bari della Oerlikon e componente del direttivo provinciale Fiom Cgil. “Stanno cercando di creare le condizioni ideali per arrivare a chiudere lo stabilimento – rincara la dose – e questo è solo l’ultimo atto, dopo le lettere di contestazione e addirittura un licenziamento per giusta causa”.

Attualmente, nell’azienda barese sono 420 i lavoratori, di cui 57 in mobilità fino a fine anno (17 impiegati e 40 operai), “ma noi – specifica Paparella – come Fiom non abbiamo firmato questo accordo, perché pretendiamo garanzie per chi resta”. Quei due intervalli da 540 secondi diventano il simbolo di una lotta. Eppure, da Rivoli provano a spiegare quale sia la ratio del provvedimento sulle pause collettive.

“Il riordino con l’applicazione di criteri comuni e omogenei per tutti i lavoratori – spiega l’azienda nella comunicazione ufficiale – risponde alla duplice esigenza di sicurezza nelle regole di fruizione e di salute dei lavoratori”.

Per quanto riguarda il primo punto, dalla Oerlikon assicurano che “i lavoratori, restando presso la postazione durante tutto il turno e allontanandosi solo in occasione del turno di refezione e delle due pause collettive, mantengono maggior concentrazione, riducendo, di fatto, i rischi da distrazione”. La salute, invece, rientra nel discorso “perché la cadenzata periodicità delle pause fisiologiche obbligatorie riduce il rischio di patologie da movimenti e sforzi ripetuti”.

Il foglio lasciato dall’azienda sta facendo il giro dei lavoratori, ma ben presto arriverà anche alle segreterie dei sindacati, contribuendo a riaccendere la discussione sui diritti. “Il tema delle pause è tanto importante quanto delicato”, evidenzia Gigia Bucci, segretaria generale Cgil Bari, che pur ammettendo di “non aver appieno contezza della situazione prospettata”, annuncia il proprio impegno: “Ovviamente faremo di tutto per stare al fianco dei lavoratori della Oerlikon e procederemo alle nostre verifiche affinché vengano tutelati i diritti dei dipendenti che quotidianamente varcano i cancelli dell’azienda”.

Il nuovo regime entrerà in vigore tra una settimana. “Avrà contraccolpi soprattutto da un punto di vista psicologico prima ancora che pratico – prova a minimizzare Franco Busto, segretario generale della Uilm Uil Puglia – anche se questo tipo di accordo è già presente in altre aziende del territorio, tra cui, a esempio, la Magneti Marelli”. Ironizza sulla questione del fumo – “Farà bene alla salute dei lavoratori accendere qualche sigaretta in meno” – ma poi torna serio quando c’è da parlare di tutele: “Noi siamo particolarmente attenti e contempliamo i diritti, ma non dimentichiamo i doveri. Dobbiamo fare le battaglie giuste ed evitare di gridare sempre alla lesa maestà, perché si rischia di fare al lupo al lupo. Detto questo, però – ribadisce – sarà nostro impegno assicurarci che il provvedimento sulle pause vada a concretizzarsi nel migliore dei modi”.

E per farlo, “va salvaguardata anche la possibilità dei lavoratori di pause extra: in pratica se un lavoratore deve andare in bagno, deve poterlo fare a qualsiasi orario”. L’azienda sembra recepire – “garantita a tutti i lavoratori, ogni qualvolta sia necessaria, e previa autorizzazione del proprio responsabile, la possibilità di interrompere l’attività lavorativa per esigenze fisiologiche improcrastinabili” – ma l’ultima frase del comunicato, suona come un monito: “Il rigoroso rispetto dei propri turni di pausa sarà fondamentale per permettere a tutti di poterne usufruire al meglio”.

Repubblica.it

 

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