il grido dell’Unione dei lavoratori del metallo, si leva alto e sovente. Dalla Turchia arriva anche a noi. Operai che lottano e testa alta, rischiano la pesante repressione di Erdogan. Riempiono combattivi le piazze. Spronano con il loro esempio gli operai in ogni paese a fare altrettanto. Di questi operai, delle loro lotte, di come resistono, non ne parla né la grande stampa né la televisione.
Nessuno tranne agli operai stessi, importa come si stanno muovendo gli operai in Turchia. Prendere contatto con loro, è interesse reciproco degli operai in ogni paese. Voglio sperare che questo avvenga quanto prima. Ancora meglio se contatti sono già in corso.
Operai Contro, puntualmente riporta i loro comunicati, nei quali si coglie il senso della loro azione (anche se, penso per la traduzione automatica), non sempre lineari nell’esposizione, si capisce perfettamente la denuncia dello “sfruttamento”, della “repressione”, del “massacro”, dopo il colpo di Stato del 15 luglio 2016. Chiara la loro determinazione: “Se lo sfruttamento e l’ingiustizia sono sbagliate, combatteremo!”
Nel loro ultimo comunicato pubblicato su Operai Contro del 6-11-16, si può ben capire come la loro denuncia, la loro azione, i loro appelli, spazino in una visione di classe ed internazionale.
Denunciano vari aspetti della dittatura dei padroni in ogni parte del mondo: Medio Oriente, guerra del Golfo, padroni esentasse, Hitler, repressione alla Renault, mentre rivendicano, stampa illimitata, organizzazione dello sciopero, ecc. Concludono con un appello alla fratellanza, sgrammaticato per via della traduzione automatica, ma efficace: “Vogliamo vivere pari, libera, fraterna, e la vita umana!”
Saluti Oxervator
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