Caro Operai Contro,
3 operai s’incontrano con l’ex padrone per incassare 6 mila euro a testa di salari arretrati. Il padrone si presenta invece con una squadraccia che manda all’ospedale i 3 operai.
Con l’escamotage delle cooperative, i padroni possono chiudere e aprire cooperative come vogliono, trattando gli operai peggio degli schiavi, spesso non pagano neanche i già bassi salari. Contano sul fatto che per gli operai delle cooperative, non è facile far valere le proprie spettanze. E quando invece non si rassegnano, allora il padrone si organizza alla maniera degli squadristi.
Questo sistema ne esce rafforzato dopo le leggi e le misure di Renzi, e del suo ministro dei negrieri Poletti. Perciò è indispensabile per gli operai, organizzarsi in un proprio Partito.
Saluti operai
Dal Fatto Quotidiano
Piacenza, 3 facchini all’ospedale per aggressione denunciano titolare coop: “Calci e pugni per non pagarci”
Gli operai di origine egiziana hanno incontrato l’ex datore di lavoro ma il confronto è degenerato al punto da richiedere l’intervento delle forze dell’ordine: “Ci deve 6mila euro di retribuzioni mai corrisposte. Siamo stati aggrediti da lui e da un gruppo di persone”. Contattato da ilfattoquotidiano.it non ha risposto al telefono. Il sindacato Usb: “Clima sempre più pesante”
Tre facchini al Pronto soccorso e una denuncia per aggressione contro il titolare della cooperativa Piramidi di San Rocco al Porto. Ancora tensione nel settore della logistica di Piacenza dopo che a settembre scorso l’operaio 35enne Abd El Salam è morto travolto da un tir mentre partecipava a uno sciopero per chiedere un salario più equo. L’episodio risale a mercoledì 9 novembre: tre operai di origine egiziana hanno incontrato il datore di lavoro per chiedere, dicono gli interessati, il pagamento di retribuzioni che non erano mai state corrisposte. La discussione in breve tempo è degenerata, tanto che un passante ha chiamato la polizia e i tre facchini sono stati portati in ospedale. La diagnosi: cinque giorni di prognosi per percosse. In seguito i tre hanno sporto denuncia ai carabinieri.
“Ci eravamo dati appuntamento con il titolare”, hanno raccontato a ilfattoquotidiano.it i tre operai che chiedono di mantenere l’anonimato, “che ha chiuso la cooperativa dopo aver preso una multa dalla Guardia di finanza per irregolarità sulle buste paga, per farci dare la somma mancante di tre anni di lavoro. Lui ci ha aspettato in via Roma ma, una volta arrivati, siamo stati circondati da lui e i suoi familiari, oltre che dagli attuali dipendenti, visto che ha aperto un’altra coop”. A quel punto, secondo la ricostruzione degli ex dipendenti, sarebbe iniziata l’aggressione: “Ci hanno preso a calci, pugni e frustate con lo pneumatico di una bicicletta, mentre il nostro ex datore di lavoro diceva che non ci doveva più nulla e che aveva già saldato”. I tre sostengono di dover ricevere ancora 6mila euro a testa. “Nonostante le botte”, ha continuato uno dei facchini coinvolti, “abbiamo insistito e allora uno dei suoi dipendenti ci ha minacciato con una lama e ha tagliato il giubbotto del mio collega”, ha aggiunto il secondo, che ha poi mostrato il referto del pronto soccorso. Il terzo contuso ha invece attaccato il titolare: “Continuava a dire: a Piacenza comando io e vi pago solo se voglio. Poi ci minacciava dicendo che avrebbe fatto del male a noi e alle nostre famiglie. Da tempo si comporta in questo modo, come molti altri: apre una cooperativa, paga 7 euro l’ora gli operai, poi quando arriva un controllo chiude e ne apre un’altra. Per questo gli altri lavoratori, piuttosto di perdere il posto, gli hanno dato manforte per picchiarci”. Il titolare della coop, contattato da ilfattoquotidiano.it, non ha mai risposto al telefono.
A denunciare l’episodio il sindacato Usb che insieme a Si Cobas sta portando avanti numerose iniziative a tutela dei diritti dei lavoratori della logistica a Piacenza: “Siamo davanti all’ennesima aggressione”, ha detto, “da parte di imprenditori e preposti delle imprese. I tre facchini rivendicavano il pagamento di retribuzioni mai corrisposte, hanno ricevuto in cambio calci, pugni e minacce”. Insomma, secondo l’Usb, “il clima di violenza e intimidazione che si riversa sugli addetti del settore, che giustamente pretendono il rispetto dei loro diritti, è sempre più pesante”. I rappresentanti dei lavoratori parlano di “una lotta tra poveri” in corso nel settore della logistica: una città nella città, la grande area industriale con più di un milione di metri quadrati di aree coperte, 900 imprese per un miliardo di fatturato annuo complessivo e circa 8mila e 200 addetti suddivisi su vari poli, Piacenza, appunto, ma anche Castelsangiovanni, Monticelli e Sarmato. “Come Usb – hanno quindi concluso i sindacalisti, in una nota della segreteria dell’Emilia Romagna – riteniamo che si debbano fermare i ricatti, i licenziamenti frutto di rappresaglia contro il libero agire sindacale, la negazione dei bisogni e dei diritti del lavoro”.
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