Caro Operai Contro,
qualcuno scrivendoti consigliava mutande di ghisa agli operai dell’Alcoa. Ora leggo che l’accordo siglato per il subentro di Invitalia, (agenzia dello Stato) sarebbe “un’intesa patacca” a giudizio di Mauro Pili, parlamentare sardo ed ex presidente della Regione Sardegna. Si tratterebbe in pratica di un raggiro col quale, se tra un anno non subentrerà un compratore, comincerà in modo sistematico lo smantellamento della fabbrica. Alcoa pur di uscire da questa vicenda dovrebbe aver accettato di mettere sul tappeto una cifra pari alle presunte bonifiche. Si ipotizza tra i 30 e i 40 milioni.
E’ vero ciò che dice Mauro Pili? E il sindacato che dice? La mobilitazione degli operai continua? Se qualche lettore dalla Sardegna ha notizie più precise, potrebbe comunicarlo anche ai lettori di Operai Contro. Meglio ancora se lo facessero gli stessi operai dell’Alcoa.
Saluti da un lettore
Allego un estratto da Sardinia Post
Alcoa, siglato l’accordo per il subentro di Invitalia. Pili: “Un’intesa patacca”
Sarebbero stati concordati ieri, tra i rappresentanti di Alcoa e il Governo, i termini dell’accordo sullo stabilimento di Portovesme che permetterà il subentro di Invitalia nella gestione della ricerca di investitori per la cessione della fabbrica, scongiurando lo smantellamento del sito industriale del Sulcis. Ne dà notizia il deputato di Unidos, Mauro Pili, che è venuto a conoscenza di alcuni dettagli del memorandum già inviato nella sede di Pittsburgh, in Pennsylvania, per la firma dei vertici della multinazionale. Poi la palla tornerà al Governo per la sottoscrizione dell’accordo definitivo. Ma l’intesa non piace al parlamentare sardo ed ex presidente della Regione Sardegna. ”
Non ci sarà nessuna firma solenne proprio perché gli americani hanno assegnato all’intesa un valore insignificante – denuncia Pili – l’unica clausola apparentemente rilevante è che Alcoa non farà lo smantellamento. Il compito di smantellare o prendere in giro i lavoratori spetterà invece ad Invitalia. Per un anno dovrà essere il governo attraverso Invitalia a collocare sul mercato l’impianto di Portovesme, poi se non dovesse trovare interlocutori dovrà demolire. Alcoa pur di uscire da questa vicenda dovrebbe aver accettato di mettere sul tappeto una cifra pari alle presunte bonifiche. Si ipotizza tra i 30 e i 40 milioni
di euro che consentiranno al colosso americano di iscrivere la partita nei propri bilanci a costo zero, visto che assegnano al Governo la cifra prevista per lo smantellamento”.
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