Campo di concentramento ondivago: costo zero

Caro Operai Contro, i governi europei non si preoccupano di come dare un tetto e un accoglienza agli oltre 10 mila profughi che con il proibitivo incalzante inverno, sono intrappolati lungo la rotta balcanica. I governi europei sperano che muoiano di freddo, di stenti e di fame? Così darebbero la colpa alla cattiveria del gelido inverno! Sta di fatto che la preoccupazione più grossa del governo sloveno, (ma anche se non confessata dagli altri paesi), è il timore che Erdogan capo del governo in Turchia, rinneghi l’accordo con l’Europa, accordo ricordiamolo di chiudere le frontiere per trattenere i migranti. […]
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Caro Operai Contro,

i governi europei non si preoccupano di come dare un tetto e un accoglienza agli oltre 10 mila profughi che con il proibitivo incalzante inverno, sono intrappolati lungo la rotta balcanica. I governi europei sperano che muoiano di freddo, di stenti e di fame? Così darebbero la colpa alla cattiveria del gelido inverno! Sta di fatto che la preoccupazione più grossa del governo sloveno, (ma anche se non confessata dagli altri paesi), è il timore che Erdogan capo del governo in Turchia, rinneghi l’accordo con l’Europa, accordo ricordiamolo di chiudere le frontiere per trattenere i migranti. L’accoglienza umanitaria dei paesi europei, Italia compresa, al di là della propaganda di facciata, consiste nell’impedire che i migranti da accogliere non arrivino mai.

I governi europei aspettano che passi l’inverno, per contare quanti saranno sopravvissuti al gelo, dei 10 mila migranti costretti dalle frontiere chiuse ad ondivagare all’addiaccio.

Saluti O.V.

 

Articolo del Piccolo di Trieste

Dopo la chiusura dei confini cercano di raggiungere la Germania. Lubiana teme che il governo della Turchia rinneghi l’accordo con l’Europa

LUBIANA. L’allarme giunge ancora una volta dalla Slovenia. Questa volta per bocca del ministero degli Interni, Vesna Györkös Žnidar la quale, come hanno rilevato fonti autorevoli al quotdiano lubanese Dnevnik, prima dell’ultima riunione di governo ha messo i suoi colleghi ministri sul “chi vive” snocciolando alcuni dati non certo promettenti.

La grande paura della Slovenia, così come degli altri Paesi che insistono sulla cosiddetta rotta balcanica della migrazione, è che il presidente Turco Tayyip Erdogan rompa gli accordi con l’Unione europea sui profughi aprendo loro nuovamente le frontiere.

GLI ANTECEDENTI

Migranti bloccati al confine con la Croazia. Per i Balcani sarebbe la fine. Anche per questo la Slovenia ha mantenuto il suo “muro” di filo spinato lungo il confine con la Croazia e, anche per questo, l’Austria ha predisposto un centro di identificazione per migranti addirittura sul passo Pramollo al confine con il Friuli Venezia Giulia.

Attualmente, ha spiegato la ministra slovena, lungo la rotta balcanica ci sono circa diecimila migranti che non sono ospitati in alcun centro di raccolta e che vagano per i Paesi alla disperata ricerca di una “via di fuga” che li porti verso la Germania. E coloro i quali si stanno fregando le mani in questi momenti sono i passeur, i trafficanti di uomini pronti a mettere in atto il proprio spregiudicato e ben retribuito “commercio” di esseri umani.

Migranti, la Slovenia rinforza il muro

Secondo i dati forniti dalla polizia slovena solo nei mesi di ottobre e novembre gli agenti hanno intercettato 203 clandestini. Ottantadue sono stati respinti in Croazia mentre 92 di questi hanno fatto domanda di asilo. E proprio sul diritto d’asili, fonti del ministero degli Interni sloveno confermano che sarebbe in dirittura d’arrivo la nuova legge in materia che il governo di Lubiana si preparerebbe a varare già la prossima settimana.

Ma la delicatezza dell’argomento vede già divisioni in seno all’esecutivo. Molti membri del governo hanno già preannunciato che il loro voto sarà assolutamente concorde con quel del ministro della Giustizia, Goran Klememncic certi che egli non darà il via libera a norme che siano in contrasto con la Costituzione slovena e con le convenzioni internazionali.

 

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