con l’abolizione dell’art. 18, i licenziamenti “disciplinari” senza più il vincolo della “giusta causa”, s’impennano. Il dato Inps è riferito ai primi 9 mesi del 2016 rispetto lo stesso periodo del 2015. In questo periodo i licenziamenti totali sono cresciuti del 4% arrivando a 448 mila. Al loro interno l’incremento dei licenziamenti disciplinari è stato del 28% nelle aziende sotto i 15 dipendenti, dove non c’è mai stata la “giusta causa”; e del 32,6%, nelle aziende sopra i 15 dipendenti, dove Renzi ha abolito la “giusta causa”.
Ai licenziamenti facili, Renzi contrappone le nuove assunzioni col Jobs act, ovvero, tutti i nuovi assunti possono aspettarsi da un momento all’altro il licenziamento, essendo abolita la “giusta causa”.
Renzi il rottamatore è stato di parola. La rottamazione degli operai ha fatto un salto di qualità.
La Cgil ha raccolto le firme per ripristinare l’articolo 18, dopo che insieme a Cisl e Uil non ha mosso un dito contro il Jobs act. I vertici di Cgil, Cisl e Uil con i loro uomini dell’aristocrazia operaia nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro, controllano che il Jobs act funzioni bene.
Per il sindacalismo operaio c’è tanto lavoro da fare.
Saluti operai
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