Redazione di Operai Contro,
i lecchini dell’ISTAT votano Matteo Renzi. Non potevano mancare le ultime statistiche dei servi ben pagati dal governo di Matteo Renzi prima del voto del 4 Dicembre. Ma i precari dell’ISTAT continuano la loro lotta e le falsità dei numeri divulgati dai dirigenti diventa ancora più evidente. Non solo: nel corso del mese sono diminuiti i dipendenti a tempo indeterminato, mentre crescono quelli a termine e restano stabili gli indipendenti. Nonostante questo, insieme al tasso di occupazione è calato dello 0,1% – all’11,6% – anche il tasso di disoccupazione. La spiegazione sta, ancora una volta, nel numero degli inattivi. Che, dopo il forte calo di settembre, a ottobre sono aumentati di 0,2 punti, al 35,1%: un dato negativo perché significa che crescono (+82mila in un mese) le persone che hanno smesso di cercare un posto perché non ci sperano più.. Secondo il ministro del lavoro Giuliano Poletti, “la lieve flessione degli occupati rispetto al mese precedente (-30mila) e la analoga riduzione del numero dei disoccupati (-37mila) indicano un quadro di sostanziale stabilità del mercato del lavoro. Questa variazione congiunturale, al pari di analoghe registrate in altri mesi, non incide, infatti, sul positivo andamento tendenziale”.A Poletti il primo premio per le menzogne
Un giovane disoccupato
dal fatto quotidiano
Niente briefing telefonici per illustrare ai giornalisti i dati sull’andamento del mercato del lavoro in ottobre e sui conti economici trimestrali. L’Istat ha dovuto limitarsi a pubblicare un comunicato sugli occupati, mentre quello sul pil, la cui crescita acquisita stata rivista al rialzo, a due ore dall’orario previsto non è ancora stato diffuso. Il motivo? La sala stampa è occupata dai lavoratori precari, che contestano la mancata stabilizzazione: speravano in un emendamento ad hoc nella legge di Bilancio. Emendamento che durante il passaggio della manovra alla Camera non è però stato approvato. “L’inasprimento delle forme di mobilitazione determina il peggioramento delle modalità con cui l’Istat comunica i suoi dati”, rivendica il coordinamento dei precari, che il 20 novembre ha organizzato un presidio in piazza Montecitorio e il 23 ha fatto irruzione nella sede del Pd al Nazareno. “Dalla sospensione dei briefing alla presenza dei giornalisti, l’Istituto ora prevede soltanto i briefing telefonici fino all’invio dei comunicati da postazioni esterne all’Istituto. Questa mattina saranno bloccati i briefing telefonici dai 350 precari dell’Istituto che rivendicano la stabilizzazione dei propri contratti di lavoro”.
“La nostra stabilizzazione non è più rinviabile”, scrivono nella nota, che ricalca il format dei comunicati stampa dell’istituto, con i dettagli su numero di lavoratori, durata dei contratti, variazioni e grafici. “L’Istat si avvale del contributo di 342 tra ricercatori, tecnologi e collaboratori tecnici a tempo determinato, assunti a seguito di una procedura concorsuale pubblica. Un esercito di lavoratori ultra-qualificati, che lavora, da oltre un quinquennio, in condizioni di assoluta incertezza”. Ora chiedono che si intervenga in sede di discussione della ex finanziaria al Senato.
Mentre dentro l’istituto i precari manifestavano, l’Istat fotografava un mercato del lavoro ancora in affanno: a ottobre, in Italia, gli occupati sono stati 30mila in meno rispetto al mese precedente. Un calo dello 0,1% che ha riguardato soprattutto le donne, e riguarda tutte le classi di età ad eccezione degli ultracinquantenni. Non solo: nel corso del mese sono diminuiti i dipendenti a tempo indeterminato, mentre crescono quelli a termine e restano stabili gli indipendenti. Nonostante questo, insieme al tasso di occupazione è calato dello 0,1% – all’11,6% – anche il tasso di disoccupazione. La spiegazione sta, ancora una volta, nel numero degli inattivi. Che, dopo il forte calo di settembre, a ottobre sono aumentati di 0,2 punti, al 35,1%: un dato negativo perché significa che crescono (+82mila in un mese) le persone che hanno smesso di cercare un posto perché non ci sperano più.
Allargando il confronto allo scorso anno, comunque, il numero degli occupati segna ancora una crescita: +0,8% su ottobre 2015, pari a +174 mila. La crescita tendenziale dipende dai lavoratori dipendenti (+194mila, di cui +178 permanenti) e si manifesta sia per la componente maschile sia per quella femminile, concentrandosi però principalmente tra gli over 50 (+376mila). Nello stesso periodo calano gli inattivi (-2,2%, pari a -308 mila) e aumentano i disoccupati (+1,3%, pari a +38 mila). “Nell’arco del periodo agosto-ottobre”, sottolinea poi l’istituto di statistica, “al calo degli occupati si accompagna l’aumento dei disoccupati (+0,7% pari a +19 mila) e la sostanziale stabilità degli inattivi”.
Positivo invece, a ottobre, l’andamento del tasso di disoccupazione dei giovani fra i 15 e i 24 anni: che cala sensibilmente, di 0,4 punti, restando comunque a quota 36,4%. Si tratta del livello minimo dal 2012, comunica l’istituto di statistica.
Secondo il ministro del lavoro Giuliano Poletti, “la lieve flessione degli occupati rispetto al mese precedente (-30mila) e la analoga riduzione del numero dei disoccupati (-37mila) indicano un quadro di sostanziale stabilità del mercato del lavoro. Questa variazione congiunturale, al pari di analoghe registrate in altri mesi, non incide, infatti, sul positivo andamento tendenziale”. “Di particolare rilievo – per Poletti – i dati che riguardano i giovani. Il tasso di disoccupazione, pure ancora troppo elevato, cala di 0,4 punti percentuali e si colloca al 36,4%, riportandosi ai minimi da ottobre 2012. In un anno è sceso di 2,9 punti percentuali e di 6,6 punti percentuali rispetto al febbraio 2014”.
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