Redazione,
La fiom nel suo sito ufficiale pubblica i risultati del referendum sul contratto nazionale: “La Commissione elettorale nazionale Fim-Fiom-Uilm il giorno 22 dicembre 2016 ha comunicato i risultati quasi definitivi arrivati dalle Strutture regionali.”
Questi, secondo la commissione sono i dati:
Aziende interessate al 5.986, per un totale di 678.328 dipendenti.
Hanno votato n° 350.749 aventi diritto al voto (pari al 63,27% dei presenti nei giorni di votazione).
276.627 SI, pari a80,11%
68.695 NO, pari a 19,89%
3.836 schede bianche
1.591 schede nulle.
Questi i dati forniti dalla commissione elettorale di Fim, fFiom e Uilm.
Ma i dati reali sono ben altri che dimostrano la volontà truffaldina dei servi del padrone.
Partiamo dal primo dato, il numero delle aziende metalmeccaniche per classe di addetti “interessate” al contratto nazionale (praticamente le aziende dove si è svolto il referendum) secondo i confederali corrispondono a 5.986 aziende.
Le imprese metalmeccaniche “interessate” al contratto secondo un dato fornito da Federmeccanica, risultano essere ben 15.169. La differenza tra i dati dichiarati dal sindacato e quelli reali è evidentemente falsa, 9.183 fabbriche sparite dai conteggi, fabbriche in cui probabilmente non si è tenuto nessun referendum.
classe di addetti |
da 20 addetti a 49 |
da 50 addetti a 249 |
250 addetti e oltre |
totale imprese |
numero imprese |
10378 |
4725 |
666 |
15169 |
Gli addetti all’industria metalmeccanica (sempre fonte Federmeccanica) sono ben 1.590.097 un numero in netto contrasto con quelli forniti dai sindacati. Se da questo numero si tolgono, per essere estremamente scrupolosi, i 464.347 addetti delle imprese sino a 20 dipendenti, che probabilmente non hanno nessun contratto o fanno riferimento al contratto Confapi (associazione delle piccole imprese), il numero degli aventi diritto al voto è di ben 1.125.750 addetti. Per ulteriore scrupolo togliamo anche gli 80.000 (fonteAdnkronos) dipendenti Fiat che sono fuori dal contratto nazionale, avendo Marchionne disdetto il contratto nazionale. Il numero degli aventi diritto a questo punto è di 1.045.750, un numero ben lontano da quello dichiarato dalla Fiom e dagli altri sindacati, una truffa vera e propria per far tornare i calcoli e far passare un referendum che è stato sicuramente bocciato.
Calcolando le percentuali sui numeri reali degli aventi diritto al voto nelle aziende metalmeccaniche, le differenze tra quanto dichiarato dalle tre confederazioni e l’oggettività dei dati è quanto meno assurda. La fiom ha dichiarato, nel suo sito, che gli aventi diritto al voto sono stati 678.328 con un numero di 350.749 votanti, pari al 63,27% una percentuale costruita ad arte. La realtà dei numeri è molto lontana da quella dichiarata. 350.749 votanti su 1.045.750 aventi diritto è solo il 33,54 %, una percentuale insufficiente per sbandierare una vittoria, bisognerebbe ricordare al sig. Landini le sue dichiarazione fatte all’assemblee dell’Avio a Rivalta: ”Il contratto è valido se la maggioranza dei lavoratori lo approverà “.
I si al referendum, dichiarati dal sindacato, 276.627 è un dato falsato. Se questo dato, si calcola sul totale degli aventi diritto la percentuale risulta essere solo del 26,45 %, una percentuale estremamente irrisoria di consensi alla politica sindacale, se a questo aggiungiamo voti contrari espressi nelle grandi fabbriche , che comunque il sindacato ha provveduto sicuramente a truccare per abbassare il dissenso, il referendum sul contrato risulta essere una vera debacle per la struttura sindacale, malgrado il loro tentativo di farlo apparire come una vittoria. Per Landini e la sua cricca di borghesia sindacale il numero insignificante di si al contratto conta molto di più rispetto alla massa degli aventi dritto.
Che il sindacato usi una minoranza sparuta per far passare un contratto capestro che la maggioranza di operai e di lavoratori ha dimostrato di voler bocciare è una porcata indegna e maldestra, una truffa nella truffa che il sig. Landini e tutta la sua cricca di funzionari ben pasciuti tenta di far passare come una vittoria, una vittoria di Pirro a cui prima o poi come operai chiederemo conto.
Cordiali saluti
D.C. operaio di Milano
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