Invece di discutere e votare sui trasferimenti a Cassino si è votato su un fantomatico piano industriale da richiedere a marzo all’azienda
Oggi, 20 gennaio 2017, alla FIAT di Pomigliano c’è stata un’assemblea sindacale per turno indetta dalla FIOM. Era un appuntamento importante molto sentito dagli operai e preparato con impegno dai militanti FIOM di fabbrica.
Per tutti l’argomento centrale da discutere era il “trasferimento”, che l’azienda chiama trasferta, dei 550 operai da Pomigliano a Cassino.
Le assemblee hanno visto la presenza massiccia degli operai.
Ma quello che molti si aspettavano non è avvenuto. Invece di portare a fondo la critica alle scelte unilaterali dell’azienda, che usa gli operai come fossero oggetti e decide di trasferirli nei luoghi dove più serve carne fresca e addestrata sulle linee, come oggi a Cassino, i vertici della FIOM, nella persona del loro dirigente nazionale De Palma, hanno deciso di accettare e sostenere le scelte FIAT.
Nelle assemblee, il dirigente FIAT, con una argomentazione in sindacalese stretto e non sempre comprensibile, nella sostanza ha accettato i trasferimenti a Cassino in cambio della partecipazione della FIOM ai tavoli di discussione a marzo sui piani industriali su Pomigliano.
In cambio della speranza di una poltrona in prima fila nelle prossime concertazioni, la dirigenza FIOM ha ceduto su tutta la linea per quanto riguarda i trasferimenti a Cassino.
La maggioranza degli operai completamente disorientata, ha votato a favore di questo fantomatico piano industriale. Un gruppo minoritario ha votato contro, mentre alcuni operai incitavano allo sciopero.
Mai come in questo momento si misura la distanza tra i funzionari sindacali esterni e gli operai.
I primi tutti orientati a ripristinare le cordiali relazioni sindacali di un tempo che assicuravano soldi e potere.
I secondi che cominciano ad averne abbastanza di essere trattati come animali da fatica.
La posizione dei dirigenti FIOM ha spiazzato i militanti interni del loro stesso sindacato.
Dopo mesi di lavoro con gli operai sotto la continua pressione dell’azienda, il gruppo FIOM interno era riuscito a riportare gli operai in assemblea, a discutere, ad assumere una posizione critica nei confronti dei sindacati filo aziendali. L’assemblea di oggi ha dato un duro colpo a questo lavoro.
La dirigenza FIOM sa che i piani aziendali sono solo fumo. Marchionne ne ha presentati almeno una decina nel corso degli anni e mai nessuno è stato rispettato. Anche quello di marzo, se verrà presentato, sarà la stessa cosa, ma l’importante è sedersi di nuovo ai tavoli della trattativa, apparire affidabili e riavere il diritto di rientrare nella stanza dei bottoni. Ma è un’illusione: la tendenza dei padroni è quella di liberarsi anche del pedaggio da pagare ai sindacalisti filo aziendali, che sono apertamente con loro, figurarsi se si sognano di far rientrare la FIOM.
Per gli operai, compresi gli iscritti FIOM, è un’amara delusione.
C’è poco da fare. Bisogna organizzarsi su altre basi. Sindacati e sindacatini ci hanno stancato con le loro giravolte e la difesa delle loro botteghe sulla pelle degli operai.
La sezione AsLO – Operai Contro di Napoli
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