con la firma del patto tra Libia e Italia, Gentiloni allinea ufficialmente il governo italiano col genocidio in atto nei “campi di concentramento libici”. I migranti che dalla Libia non potranno più partire, finiranno nei lager dove insieme ad altri potranno essere “Picchiati, seviziati, lasciati morire di fame, di stenti e di malattie”, come descrive la scrittrice e giornalista Flore Murard-Yovanovitch, nell’articolo che hai pubblicato ieri, e che secondo me andrebbe ripubblicato in primo piano. In Libia è in corso “un genocidio a connotazione sempre più razziale”, ed ora più che mai, dopo il patto tra Serraj e Gentiloni del 3 febbraio 2017, ne è pienamente corresponsabile anche il governo italiano.
Un fatto molto grave che richiederebbe proteste nelle fabbriche e nelle piazze, fino alla caduta del governo Gentiloni. Se ciò non avviene vuol dire che per gli operai, c’è tanto lavoro da fare per “costituirsi in classe e con ciò in partito politico indipendente”.
Governo, istituzioni, stampa e televisione, nei giorni scorsi hanno solennemente celebrato “il giorno della memoria”, mentre hanno presentato come un fatto di civiltà, il patto contro i migranti firmato da Gentiloni. “Scopriranno” tra mezzo secolo l’olocausto che si sta consumando adesso in Libia?
I migranti che dopo l’accordo in Libia sono stati bloccati dalla Guardia costiera sono già 1.131 (Fonte: La Stampa), mentre tentavano di partire nelle acque davanti a Sabrata con gommoni e barche di legno.
Saluti operai
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