il governo del dittatore Al Sisi in meno di tre mesi ha alzato di due volte il prezzo degli alimenti base del popolo egiziano: pane, olio,zucchero e altro. L’unica cosa che non aumenta sono i salari degli operai.
Il prezzo della farina, non è stata toccato per evitare proteste simili a quelle che sfociarono nella primavera araba del 2011, Zucchero e olio sono alla base della vita quotidiana degli egiziani poveri, quasi un terzo della popolazione.
La popolazione è ridotta sempre più in miseria. Le proteste operaie aumentano. 70 milioni di Egiziani su 92 acquistano il cibo con le tessere alimentari.
Il tasso annuo di inflazione è balzato al 23,3 per cento a dicembre, dal 19,4 di novembre. Molte famiglie «non ce la fanno più», come ha notato il giornalista economico Amr Khalifa: «Il gap fra i salari e il costo della vita continua ad aumentare, è chiaro che la svalutazione sta avendo un impatto molto più forte da quello previsto dal governo». Secondo Khalifa, l’incremento dei prezzi per la «gente della strada» è stato del 50 per cento «in un colpo solo», seguito da una serie di incrementi costanti.
Per il raiss Abdel Fatah al-Sisi, oltre alla minaccia islamista dell’Isis, questa è la crisi più preoccupante.
un lettore
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