Redazione di Operai Contro,
gli operai della k-Flex sono in presidio permanente dal 24 gennaio per protestare contro i licenziamenti collettivi decisi dal padrone.
La k-Flex di Roncello (Monza) , azienda di proprietà italiana e leader mondiale nella produzione di isolanti termici e acustici, vuole chiudere lo stabilimento e licenziarte 187 operai, per diminuire il costo del lavoro si trasferisce in Polonia. La K-Flex grazie ai sindacati ha avuto milioni di finanziamento dal governo.
La K-Flex, che ha oltre 2 mila dipendenti nelle 11 sedi produttive dislocate in Europa, Asia e America e un fatturato in continua crescita, ha comunicato il licenziamento collettivo di 187 lavoratori dello stabilimento di Roncello (su un totale di 243 addetti) e la chiusura di tutte le attività di produzione in Italia. La proprietà, peraltro, ha ottenuto in questi anni 12 milioni di euro di finanziamento pubblico dal governo e altri 23 milioni di euro dalla Cassa depositi e prestiti per finanziare le aziende all’estero.
Al solito i sindacalisti hanno chiesto il tavolo. Un primo incontro era stato convocato al ministero l’8 febbraio scorso, presieduto dal viceministro Teresa Bellanova e con la presenza delle organizzazioni sindacali e i rappresentanti della Regione Lombardia, ma l’azienda non vi aveva partecipato. Al secondo incontro, che si è svolto il 14 febbraio, l’azienda ha confermato le proprie intenzioni, ossia la netta chiusura rispetto alla richiesta dei sindacati di ritirare la procedura di mobilità, affermando di essere disponibile, entro i 75 giorni fissati per legge tra l’avvio della mobilità e l’invio delle lettere di licenziamento, soltanto a discutere di eventuali incentivi ai lavoratori.
I sindacalisti continuano a chiedere tavoli, è ora di smetterla e lottare seriamente contro il padrone
Un operaio K-Flex
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