Redazione di Operai Contro,
Oggi abbiamo preso la decisione collettiva di terminare lo sciopero in corso.
Questa è stata una decisione determinata dal fatto che dopo 11 giorni di sciopero ininterrotto cominciava ad essere per noi un problema il fatto di perdere pezzi di salario considerevole.
L’azienda non ha nessuna produzione in corso e di fatto il danneggiamento che stiamo portando al padrone è quello di avere tutti i giorni davanti ai cancelli della fabbrica un gruppo operai che gli impediscono ogni normale attività, con un notevole dispendio di tempo e denaro che sta spendendo per pagare le numerose guardie nere che sorvegliano le nostre mosse.
Un danno sicuramente alla sua immagine di “buon padrone” ma nessun danno economico al suo portafoglio; ed è il danno economico che colpisce concretamente il padrone e lo fa retrocedere dai suoi intenti.
Non ci siamo ritirati, abbiamo scelto un’altro metodo che ci consente di continuare la nostra lotta.
Gli operai che sono all’interno della fabbrica hanno maturato una determinazione nel proseguire la lotta ed una solidarietà nei confronti dei compagni licenziati che non ha eguali.
Il picchetto all’esterno prosegue con i quattro operai licenziati e con il supporto dei solidali che vengono costantemente al presidio.
Lo sciopero è un metodo che si può utilizzare in ogni momento, uno strumento pronto a rovinare ogni possibile manovra che Camozzi intende perseguire per mettere in atto i suoi piani, e gli operai che sono entrati in fabbrica sono pienamente coscienti di questo metodo.
Appena il padrone ha intenzione di mettere in atto qualsiasi azione palesemente antisindacale dichiarano sciopero ed escono immediatamente dalla fabbrica.
La situazione di conseguenza rimane per noi immutata, il presidio continua ai cancelli, gli operai in fabbrica sono costantemente sul piede di guerra, quindi la condizione della lotta è invariata.
Oggi al termine della mensa sono venuti tutti davanti ai cancelli e ci siamo ritrovati a discutere di quello che è successo in mattinata sia all’interno della fabbrica che davanti ai cancelli, un chiaro segnale al padrone, semmai ce ne fosse ancora bisogno, di compattezza e di unità.
La nostra lotta va avanti con la continuazione del presidio, un evidente segnale al padrone che la nostra determinazione è costante e non si incrina.
La presenza della polizia era costituita dal solito cellulare e dai soliti funzionari della Digos e del commissariato di zona.
Come sempre Invitiamo tutti i solidali e tutti i compagni che sostengono la nostra battaglia a venire la presidio per garantire un sostegno effettivo alla nostra lotta.
L’appuntamento è per domani mattina, 22 marzo, dalle ore 7.00 davanti ai cancelli della Innse.
Operai INNSE
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