Quinta settimana di presidio della portineria della Innse.
L’atto gravissimo di questi giorni è che l’azienda non sta riconoscendo hai delegati i permessi per svolgere la loro normale attività sindacale.
I nostri delegati sono così costretti, per partecipare agli incontri e per svolgere una regolare attività, ad utilizzare permessi non retribuiti o permessi individuali.
Un esplicita rappresaglia di stampo evidentemente fascista contro la nostra lotta.
Una chiara e lampante violazione della legge 300 (statuto dei lavoratori) che per ora nessuna istituzione ne nessuna organizzazione sindacale ha ancora fermato.
Il padrone nella sua ipocrisia è arrivato al punto di riconoscere la rsu solo nel caso in cui sottoscriverebbe l’accordo capestro presentato al Mise, un atto dispotico e tirannico del “buon padrone” Camozzi.
Intanto oggi in tribunale il giudice ha sentito due testimoni nell’udienza sui 19 provvedimenti disciplinari.
Il testimone per la nostra parte è stato un operaio non coinvolto nei procedimenti disciplinari, invece per l’azienda il testimone è stato il capo della sicurezza interna. Un udienza che è stata caratterizzata dell’animosità abbastanza autoritaria del giudice, che non ha ammesso alcune domande, rivolte ai testimoni, del nostro avvocato.
Ricordiamo a tutti i simpatizzanti, ai sostenitori e ai solidali con la nostra lotta, che è attiva una pagina web giulemanidellainnse.it destinata alla raccolta di fondi per far fronte alle spese legali.
Il nostro appello a tutti i solidali e tutti i compagni che sostengono la nostra battaglia rimane invariato, invitiamo tutti i sostenitori degli operai della Innse a venire al presidio per garantire un sostegno effettivo alla nostra lotta.
L’appuntamento è per domani mattina, 6 aprile , dalle ore 7.00 davanti ai cancelli della Innse.
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