Redazione di Operai Contro,
in Italia è stato stabilito un nuovo record: è l’unico paese europeo in cui il costo del lavoro, cioè i salari operai sono diminuiti. Questa è una conquista dei padroni, ma è anche una conquista dei sindacalisti. I sindacati sono sempre pronti a chiedere la cassa integrazione e i contratti di solidarietà. I sindacati firmano contratti in cui l’aumenrto del salario è microscopico. I sindacati con il ricatto dei licenziamenti costringono gli operai alla diminuizione dei salari. Il calo dei salari è salutato con brindisi di festeggiamenti dei padroni. Con il calo dei salari aumentano i loro profitti e la loro competitivita nei confronti degli altri padroni. Negli altri paesi europei i salari aumentano, in Italia diminuiscono. Sarà questa una delle conquiste di cui parla la Camusso?
Un operaio
Cala il costo del lavoro in Italia. E solo in Italia. Eurostat ha pubblicato i dati relativi al2016 sul costo dell’ora lavorata (compresi i contributi sociali). Rispetto a una crescita in Eurolandia dell’1,4% annuo, nel nostro paese il dato ha segnato una flessione dello 0,8 per cento. In nessun altro Stato dell’Unione è stato registrato un decremento.
Poco sotto la media
Il costo del lavoro italiano è anche leggermente inferiore al livello medio di Eurolandia: 27,8 euro (erano 28,1 nel 2015 e 28,3 nel 2014) contro 29,8 dell’intera area monetaria. Nel settore industriale l’Italia si assesta a 27,8 euro (32,6 nella Uem),nelle costruzioni 23,4 euro (26,1), nei servizi 26,9 euro (28,7). Nei settori fuori mercato (istruzione, sanità, spettacolo, ma non la pubblica amministrazione) il costo del lavoro italiano di 31,3 euro è invece superiore alle media Uem di 29,7 euro
Solo la Gran Bretagna peggio dell’Italia
Tra le grandi economie dell’Unione europea, soltanto la Gran Bretagna ha un costo del lavoro più basso del nostro (corrispondente a 26,7 euro, +1,5% in sterline). L’Italia è anche il paese con la componente non salariale del costo del lavoro più alto dopo la Francia e il Belgio (e la Svezia al di fuori dell’area euro).
I Baltici in testa
Al di là del caso italiano, i paesi con la crescita più lenta del costo del lavoro sono Malta (0,0%), Olanda (+0,1%), Belgio (+0,2%); quelli con l’aumento più rapido i tre baltici (Lituania, Lettonia, Estonia). La Germania ha registrato un incremento dell’2,5%, la Francia dell’1,5% e la Spagna dello 0,4%.
Miglioramento competitività
La flessione dovrebbe segnalare un miglioramento della competitività dell’Italia sia nei confronti delle economia extra-euro, sia di quelle dei partner di Eurolandia. È un suggerimento coerente con l’indicatore di competitività esterna basato sul costo del lavoro, calcolato dalla Bce, che mostra un miglioramento a partire dal 2014, sia pure sempre più lento.
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