Redazione di Operai Contro,
L’affluenza al referendum sul verbale di confronto tra Alitalia e sindacati “era a circa il 55% ieri sera a chiusura seggi.
Alle 16.00 di lunedì si chiuderanno le votazioni e poi il 26 aprile ci sarà al Ministero dello sviluppo economico la prima riunione post referendum tra i ricattatori.
Padroni e sindacati ci dicono che non abbiaqmo alternative. O accettiamo i licenziamenti e la riduzione dei salari oppure l’Alitalia fallisce.
E la decima volta che ci ricattano in questo modo. Abbiamo dovuto accettare i licenziamenti e la riduzione di salario.
Loro i padroni di Alitalia sono diventati più ricchi.
Lo stesso ricatto lo hanno fatto ai lavoratori di Almaviva.
Per quale motivo dobbiamo sottostare al ricatto?
Tra un anno o due torneranno alla carica
Il conte Gentiloni partecipa al ricatto: “So bene che ai dipendenti vengono chiesti sacrifici, ma so che senza l’intesa sul nuovo piano industriale l’Alitalia non potrà sopravvivere”. Lo afferma il premier Paolo Gentiloni in una dichiarazione, affermando che “mentre è in corso la consultazione sul pre-accordo raggiunto tra Alitalia e sindacati, sento il dovere di ricordare a tutti la gravità della situazione in cui ci troviamo”. “Mentre è in corso – sostiene il premier – la consultazione sul pre-accordo raggiunto tra Alitalia e sindacati, sento il dovere di ricordare a tutti la gravità della situazione in cui ci troviamo. Alitalia è una azienda privata. Di fronte alle sue perduranti e serie difficoltà il governo ha incoraggiato gli azionisti italiani e stranieri a impegnarsi in un nuovo piano industriale e in una forte ricapitalizzazione della società”. “So bene che – conclude – ai dipendenti vengono chiesti sacrifici, ma so che senza l’intesa sul nuovo piano industriale l’Alitalia non potrà sopravvivere”.
Ma chi se ne frtega se l’Alitalia non sopravvive. Vorra dire che i padroni finiranno di fare profitti sulle spalle e il sangue dei lavoratori.
Non accettiamo il ricatto
Un lavoratore Alitalia
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