Due giorni di sciopero, mercoledì 26 e giovedì 27 aprile, sono stati indetti a Taranto da Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltrasporti per i lavoratori delle pulizie industriali e civili all’interno dell’impianto siderurgico. In concomitanza con lo stop (quattro ore per ogni giornata) sono anche previsti presìdi davanti alle portinerie dell’Ilva. A motivare la protesta sono le cattive condizioni di lavoro presenti in alcune aziende dell’indotto (in particolare le ditte appaltatrici Ecologica spa e Quadrato spa, ma chiamata in causa è anche l’Ilva), contrassegnate dall’assenza di strutture, servizi e spazi adeguati.
I sindacati denunciano la “mancanza di spogliatoi con docce, nelle aree riservate alle imprese appaltatrici, idonei per tutti i lavoratori, nonché di refettori adeguati alle normative vigenti per il giusto ristoro degli addetti dell’indotto. Manca, nei fatti, la volontà delle aziende di fornire un pasto adeguato agli stessi”. Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltrasporti sottolineano anche “il modo di intendere il lavoro negli appalti da parte delle imprese appaltatrici, dove le logiche economiche legate al massimo profitto aziendale e improntate al massimo ribasso imposto dalla committente determinano, di fatto, le pessime condizioni di lavoro, con ricadute pesanti e dirette sulle lavoratrici e sui lavoratori, ma anche sulle famiglie degli stessi e sulla comunità tutta (per effetto di sostanze dannose alla salute che vengono veicolate all’esterno dello stabilimento senza alcun tipo di precauzione), generando un’insopportabile insicurezza sociale”.
RASSEGNA.IT
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