GLI OPERAI DICONO GRAZIE AI LAVORATORI DELL’ALITALIA
Avevano chiesto ai lavoratori dell’Alitalia di suicidarsi e volevano anche il loro consenso.
Azienda, sindacati, governo, tutti uniti per far ingoiare un “accordo” che prevedeva 980 licenziamenti subito e migliaia di altri in prospettiva; il taglio di un terzo del costo del lavoro; la riduzione “media” dell’8% degli stipendi.
Tutto questo per salvare Alitalia? No. I tagli degli stipendi e del personale insieme a un po’ di soldi pubblici, dovevano lavare un po’ la faccia all’azienda per renderla più appetibile da parte di un investitore straniero.
Praticamente una cura dimagrante per incentivare la vendita dell’azienda e far guadagnare miliardi di euro agli azionisti, in aggiunta ai miliardi che sono stati a loro elargiti in questi anni dallo stato.
I lavoratori hanno giustamente bocciato l’accordo a larghissima maggioranza.
I lavoratori dell’Alitalia ci hanno dato una lezione importante.
Ci hanno detto che nonostante i ricatti e le minacce non si possono più sopportare sacrifici sulla nostra pelle.
Ci hanno detto che i nostri rappresentanti sindacali in realtà rappresentano l’azienda e i padroni, perché insieme all’azienda e ai padroni volevano far loro ingoiare un “accordo” che li condannava alla miseria e alla disoccupazione.
Con il 67% di contrari all’accordo, i lavoratori Alitalia hanno completamente delegittimato i vertici sindacali dei principali sindacati italiani.
E’ già cominciato il fuoco di fila di borghesi grandi e piccoli che si stanno scagliando contro i lavoratori Alitalia che non avrebbero amor di patria, che sarebbero legati ai loro privilegi e sguazzerebbero vivendo sulle spalle della collettività, come se non fosse vero il contrario e cioè che i signori borghesi vivono di privilegi, campando da secoli sulle spalle degli operai.
Senza vergogna, si ripresenteranno i sindacalisti con un nuovo accordo che sarà uguale al vecchio. E’ un film già visto. Cercheranno con ogni mezzo di dividere i 12.500 dipendenti Alitalia e costringerli ad accettare il loro suicidio.
Ma il voto del referendum all’Alitalia apre una nuova fase. I lavoratori mordono il freno, non sono più disponibili a sacrificarsi per salvaguardare i privilegi dei padroni. Hanno capito che dietro alle parole “salvaguardare l’azienda”, “interesse della collettività”, “economia italiana”, ci sono gli interessi delle banche, degli azionisti e dei loro servi della politica e del sindacato.
E’ il primo passo. I padroni stanno da una parte e chi lavora sta dall’altra. I maggiori sindacati e il governo stanno dalla parte dei padroni.
Il risultato del referendum dimostra che un solco profondo e incolmabile è ormai tracciato tra lavoratori e dirigenti sindacali, che costoro non rappresentano più nessuno e che trovano la loro forza solo nell’appoggio dichiarato dei padroni.
E’ il momento per gli operai di organizzarsi in modo indipendente. Basta con i sindacalisti filo padronali. Basta con i politici “che stanno con i lavoratori” e difendono gli interessi degli azionisti.
Noi dobbiamo guardare ai nostri interessi.
Facciamola finita con un sistema che arricchisce i pochi e condanna alla miseria la massa della popolazione.
Organizziamoci su questi obiettivi. Organizziamo il Partito Operaio.
PARTITO OPERAIO
27/4/2017
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