Caro Operai Contro,
si era impegnato “a sciogliere alcuni nodi legate alla cessione dello stabilimento di Portovesme”. Invece Carlo Calenda ministro dello Sviluppo economico è letteralmente sparito dalla circolazione, e nessuno riesce a sentirlo. L’annunciata ripartenza dell’Alcoa sembra configurarsi anche stavolta come l’ennesima bufala. Cos’altro dedurre dal comportamento del ministro Calenda? Nel governo dei padroni a turno fanno promesse agli operai, per logorare la loro resistenza, tirano le vertenze alle calende greche, sperando che gli operai si arrendano. Più lotte operaie sconfitte, più potenziali focolai di ribellioni, che organizzate in un partito, possono avere un peso ben diverso, e sicuramente non farsi prendere in giro dal primo saltimbanco del governo dei padroni. Capito mi hai?
Saluti sardi
Alcoa, pressing dei sindacati sul ministro allo Sviluppo economico
Perché sulla vertenza Alcoa di Portovesme non arriva alcuna risposta dal ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda? Se lo chiedono i sindacati che hanno già inviato una richiesta di incontro al titolare del Mise e al governatore della Sardegna, Francesco Pigliaru. “È trascorso un mese da quando Calenda ha preso l’impegno di sciogliere alcuni nodi legate alla cessione dello stabilimento di Portovesme”, fa notare il segretario regionale dei metalmeccanici della Cisl, Rino Barca. Nodi relativi, da una parte, “all’accordo tra la multinazionale con Invitalia per il passaggio di proprietà dello smelter che l’azienda americana ha vincolato alla definizione di tutte le questioni pendenti, in primis quella delle bonifiche”, dall’altra, “al completamento della verifica del piano industriale di Sider Alloys, unica azienda al momento ad aver fatto una proposta di acquisto al Governo”.
Nel frattempo, ricorda Barca, Calenda aveva anche comunicato l’interesse all’acquisto avanzato da un gruppo dell’automotive, dichiarando di voler concordare con i sindacati un periodo di tempo necessario per la due diligence degli impianti. Ebbene, “ad oggi, dopo un mese, non abbiamo alcun riscontro”. Addirittura, aggiunge il segretario di Fim Cisl, “si ipotizza che Invitalia abbia chiesto a Sider Alloys di aspettare fino a luglio per una risposta alla sua offerta d’acquisto”. A questo punto, conclude Barca, “dopo cinque anni di fermata degli impianti, con i lavoratori che usufruiscono dell’ammortizzatore sociale (alcuni sono privi di sostentamento), chiediamo un’accelerazione dei tempi per ridare dignità agli operai e al territorio”.
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