Dodicesima settimana di presidio delle portinerie della Innse contro i licenziamenti e contro la nuova richiesta di altri 11 mesi CIGS per “riorganizzazione” che il padrone ha chiesto.
Nuova batosta per il padrone.
Ieri il giudice del lavoro, nell’udienza riguardante il provvedimento disciplinare contro un nostro delegato, ha detto chiaramente all’azienda che lui non procederà a comminare i giorni di sospensioni richiesti dall’azienda e che il tribunale del lavoro di Milano non può essere tirato in ballo per questioni di litigi di nessun conto ed ha invitato il legale dell’azienda a trovare un accordo con il nostro avvocato.
Nella sostanza questa è una nuova tegola sulla testa del padrone che ora deve rinunciare a colpire un operaio con dei giorni di sospensione.
Una delegazione di operai oggi si è recata negli uffici dell’assessorato al lavoro del Comune di Milano per incontrare l’assessore Tajani.
All’assessore e al suo staff abbiamo chiesto esplicitamente che deve intervenire immediatamente sul comportamento antisindacale e sugli atteggiamenti da caporalato del lavoro che i dirigenti della Camozzi continuano ad attuare nei rapporti con gli operai. é assolutamente impensabile che l’azienda continui ad applicare questi metodi che di fatto finiscono in perenni scontri con le guardie giurate di guardia alla portineria, solo per capire quando un operaio deve rientrare al lavoro perchè ha finito il suo periodo di cassa e non viene avvisato.
Abbiamo fatto un’altra richiesta precisa all’assessore.
Noi vogliamo una sede sindacale all’interno dell’area della fabbrica per fare le nostre assemblee ed esercitare la nostra attività sindacale.
Perciò abbiamo chiesto all’assessorato di darci una sede, per noi individuata nella vecchia sede della RSU situata davanti alla mensa aziendale, per poter svolgere le assemblee e per avere un minimo di agibilità.
Come il Comune di Milano ha concesso nel 2009 aree di sua competenza alla Camozzi, e come ora si appresta nuovamente a concedergli altri 9000 metri quadri gratuitamente, anche noi rivendichiamo il diritto di avere una sede in fabbrica e non fare le nostre assemblee quotidiane davanti ai cancelli della Innse.
Per questo motivo rivendichiamo l’uso di una sede sindacale all’interno della fabbrica.
Il presidio della portineria da parte dei licenziati e dei cassa integrati va avanti costantemente tutti i giorni dal 3 marzo. La nostra battaglia per rispondere alle denunce del padrone, ora più che mai,è quella di raccogliere il maggior numero possibile di fondi per sostenere tutte le nostre spese legali che cominciano ad essere consistenti. Ricordiamo a tutti coloro che vogliono contribuire per sostenere materialmente la nostra lotta, che è attiva una pagina web “http://www.giulemanidallainnse.it” destinata alla raccolta di fondi per far fronte alle spese legali. L’appuntamento è per giovedì mattina , 25 maggio, dalle ore 7.00 davanti ai cancelli della Innse.
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