Redazione di Operai Contro,
Il 19 giugno si è tenuta a Pomigliano un’assemblea di un’ora indetta dalla FIOM all’interno dello stabilimento per discutere sull’incontro inconcludente del 16.
Assemblea molto partecipata, aperta da un intervento di Mignano che ha ricordato agli operai che l’incontro del 16 era frutto della mobilitazione degli operai in trasferta a Cassino. Questi chiedevano due cose: una data certa per la fine della trasferta e più soldi in busta paga. Ammesso che i sindacati abbiamo aperto una contrattazione sulle rivendicazioni operaie, l’azienda non ha concesso nulla.
D’altra parte sta circolando un verbale dell’incontro a cui hanno partecipato i soli sindacalisti firmatutto in cui si chiarisce ancora meglio la strategia aziendale. Si rinvia a discussioni future la questione delle trasferte, ma in riferimento alle agitazioni operaie l’azienda stabilisce che “verificherà nelle prossime settimane, anche tramite colloqui dedicati, le problematiche emerse”. In pratica colloqui individuali con gli operai in cui ci saranno dirigenti aziendali da una parte e singoli operai dall’altra. Il clima ideale per ogni forma di pressione. Cosa potrà dire il singolo operaio in questi incontri? Invece di avere una data certa per il fine trasferta, oppure la presa in giro della “possibilità” individuale di scegliere se rientrare o no a dicembre 17, agli operai viene data la certezza di subire l’interrogatorio aziendale. I firmatutto sono così arrivati ad avallare l’inquisizione individuale dell’azienda contro le proteste!
Mignano ha anche sottolineato che non si sono avute risposte neanche sugli altri temi al centro dell’attenzione degli operai oggi: i ritmi ormai insopportabili e le pause troppo brevi. Sul tema del sabato lavorativo, altro elemento sensibile per gli operai, l’azienda se ne è uscita con la presa in giro di liberare il sabato con i contratti di solidarietà. In pratica giorno di riposo ma a spese del salario operaio.
Mignano ha sottolineato che andare dietro ai sindacalisti nella richiesta all’azienda del “piano industriale” che mai arriva è una strategia perdente. Il padrone fa il padrone, gli operai fanno gli operai. Noi operai non possiamo sostituirci al padrone suggerendogli cosa fare per sfruttarci meglio. Noi operai dobbiamo difendere i nostri interessi e dobbiamo lottare contro il padrone per farlo.
E’ solo la lotta che costringe la FIAT a trovare il modo per dare delle risposte ai nostri problemi.
Noi dobbiamo batterci per lavorare tutti, per lavorare con ritmi sostenibili, con pause che ci facciano effettivamente tirare il fiato, di non lavorare il sabato, ma non a spese nostre. E per quelli di Cassino, con una data certa collettiva di fine trasferta e con una indennità di trasferta ancorata al CCNL che prevede una paga quasi quattro volte maggiore rispetto a quella che l’azienda attualmente paga.
L’intervento di Mignano è stato applaudito in modo particolare e diversi operai hanno cominciato a inneggiare allo sciopero.
Il segretario campano della FIOM, che è intervenuto dopo, ha confermato che la FIAT non ha dato risposte nella riunione del 16 e ha confermato anche che l’azienda cerca di rispondere alla insofferenza operaia con sotterfugi e vane promesse accoppiate ad atteggiamenti minacciosi. Sulla lotta le posizioni della FIOM sono ancora vaghe.
Gli operai ormai incalzano. Hanno capito che la FIAT vive alla giornata. Il suo unico scopo è quello di spremere il limone il più possibile e fino a quando è possibile. Il punto di rottura si avvicina.
Fino a quando sarà possibile evitarlo? Fino a quando i sotterfugi, le promesse e la repressione terranno sotto controllo la massa degli operai?
Sezione AsLO – Operai Contro di Napoli
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