avete già scritto sulla Marlane. Vi riporto la prefazione di un libro:
Marlane: la fabbrica dei veleni
l’ultima controinchiesta di Francesco Cirillo La Marlane di Praia a Mare (CS), fabbrica tessile del gruppo Marzotto, dal 1973 al 2001 ha causato oltre 100 operai morti per tumore e altri 60 ammalati ancora oggi. Il territorio e il mare di Praia sono serviti da discarica per i rifiuti tossici delle lavorazioni. Tutto questo è avvenuto con la complicità delle amministrazioni locali e dei partiti (di centro destra e centro sinistra), delle autorità sanitarie, di Cgil-Cisl-Uil, dei mezzi di “informazione”; che per anni hanno negato, minimizzato, insabbiato, ma anche criminalizzato chi lottava contro il lavoro portatore di morte, contro la fabbrica dei veleni. La strage di Praia a Mare non è avvenuta “per caso”, per “mancata conoscenza” dei prodotti usati nel ciclo lavorativo. La strage di Praia è avvenuta per scelta, la scelta del profitto. Quella scelta che vede nelle misure di sicurezza, nella salvaguardia della salute e delle vite di chi lavora, solamente un elemento aggiuntivo del “costo del lavoro”, un onere da evitare con cura per non diminuire i profitti, per “garantire” l’occupazione.
Il libro di Francesco Cirillo, scritto insieme all’operaio Luigi Pacchiano, è corredato dalle interviste di Giulia Zanfino.
Nel primo appello del 2014 tutti assolti gli imputati. Dopo dieci ore di camera di consiglio è questa la conclusione a cui sono giunti i giudici del Tribunale di Paola, in provincia di Cosenza, al termine del processo per la morte di un centinaio di operai dell’ex stabilimento Marlane di Praia a Mare, uccisi, secondo l’accusa, dai vapori respirati nella lavorazione dei tessuti. Una tesi non condivisa dal Tribunale che invece ha assolto i 12 imputati, tra i quali Pietro Marzotto, ex presidente del gruppo, accusati a vario titolo, oltre che di omicidio colposo, anche di disastro ambientale.
Ed ora anche in appello. La Corte di Catanzaro, questo pomeriggio, ha confermato la sentenza emessa il 19 dicembre 2014 dai giudici del Tribunale di Paola per i 12 imputati nel processo sulla morte di un centinaio di lavoratori dell’ex stabilimento tessile Marlane di Praia a Mare (Cosenza). Tra loro anche Pietro Marzotto.
Gli ex responsabili e dirigenti dello stabilimento dovevano rispondere, a vario titolo, di omicidio colposo plurimo, lesioni gravissime e disastro ambientale. Secondo l’originaria accusa, nel corso dell’attività dello stabilimento si sarebbero ammalate circa 159 persone tra dipendenti e familiari dei lavoratori, novantaquattro dei quali sono poi deceduti. Durante il processo di appello il pg Salvatore Curcio aveva chiesto alla corte di far effettuare una nuova perizia per accertare il nesso di causalità tra le morti degli operai e l’attività produttiva cui erano addetti. Richiesta non accolta dai giudici.
Al termine del processo, dunque, sono stati assolti, oltre a Marzotto, l’ex sindaco di Praia a Mare Carlo Lomonaco, imputato in qualità di ex responsabile del reparto tintoria, Silvano Storer, ex amministratore delegato del gruppo, Jean De Jaegher, Lorenzo Bosetti, ex sindaco di Valdagno (Vicenza) e consigliere delegato e vicepresidente della Lanerossi, Vincenzo Benincasa, Salvatore Cristallino, Giuseppe Ferrari, Lamberto Priori, Ernesto Antonio Favrin, Attilio Rausse e Ivo Comegna.
I padroni possono ammazzare gli operai, vengono sempre assolti dalla magistratura.
Operai solo con la nostra rivolta possiamo liberarci dei parassiti assassini e dei loro complici
Un operaio
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