Gli operai in questa società sono un “semplice accessorio della macchina” diceva Carlo Marx 170 anni fa. Come semplice “accessorio” vengono utilizzati finchè servono ad arricchire il padrone. Quando non servono più vengono messi da parte, inattivi, senza salario o a cassa integrazione, o a “contratto di solidarietà”.
I 320 operai che furono mandati a Cassino contro il loro volere, per lavorare sulla produzione delle nuove Alfa, ora lì non servono più e vengono rispediti a Pomigliano.
Per mesi quegli operai hanno manifestato il loro malumore per una trasferta pesante, fatta di ore di viaggio in pullman e con quattro soldi in più (350 euro netti al mese) in busta paga. La FIAT se ne è fregata delle loro esigenze, li ha mandati a Cassino facendo paventare anche la possibilità di un trasferimento definitivo, visto che non è mai stata stabilita una data certa per il rientro.
I 320 fecero anche una giornata di sciopero contro quella forzata trasferta. Uno sciopero storico visto che erano dieci anni circa che a Pomigliano gli operai non scioperavano. I sindacalisti pressati dall’azienda e dagli operai intervennero e di fronte alle richieste dei trasferisti che erano due:
1) data certa per il rientro.
2) più soldi per la trasferta.
Risposero con un incontro con l’azienda che produsse solo la vaga promessa da parte della FIAT dell’ennesimo “piano industriale” e nessuna risposta sulle trasferte a Cassino. Praticamente niente. Gli operai stettero zitti.
Ora siccome le Alfa non decollano e le produzioni a Cassino rallentano, gli operai ritornano a Pomigliano, come pacchi. Non perché siano state riconosciute le loro legittime esigenze di esseri umani che non potevano passare la maggior parte del loro tempo tra viaggio in pullman e fabbrica, ma perché a Cassino per il padrone non servono più.
Gli operai finchè non prendono coscienza della loro forza collettiva e continuano a muoversi come individui isolati saranno sempre “un semplice accessorio della macchina”, portati a spasso dal padrone e dai suoi sindacalisti compiacenti.
Gli operai trasfertisti a Cassino ci hanno insegnato molte cose, ne indichiamo le tre più importanti.
La prima e di gran lunga la più importante ci è data dal loro sciopero compatto. E’ possibile lottare e solo questa è la strada per piegare l’azienda.
Partendo dalla prima constatazione, la seconda è che in questa fase un sindacato operaio è quello che organizza, spinge, motiva alla lotta gli operai. Chi frena la lotta in cambio di promesse fumose o rincorrendo a fantomatici ed inutili piani industriali non serve agli operai.
La terza è che fino a quando come operai chineremo la testa alle pretese aziendali la nostra condizione peggiorerà sempre.
Franco Rossi
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